Baruffi “In legge di stabilità 2016 pensioni e incentivi assunzioni”

Dai parlamentari

«Flessibilità pensionistica, incentivi per le assunzioni a tempo indeterminato, blocco dell’aliquota contributiva per le Partite Iva, contrattazione collettiva nel pubblico impiego e risorse per i nuovi contratti. Sono questi i temi che come Partito democratico ho illustrato in Commissione Lavoro durante la discussione sulla nota di aggiornamento del Def 2015 in vista della prossima legge di stabilità» Così il deputato modenese del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro della Camera. Ecco la sua dichiarazione:

“Oggi in Commissione Lavoro abbiamo votato il parere sulla nota di aggiornamento del Def 2015. Oltre che di un passaggio tecnico, si tratta anche si un atto politico propedeutico alla formazione della prossima legge di stabilità per il 2016, che il Governo presenterà a metà ottobre. Intervenendo per conto del Gruppo del Partito democratico ho sottolineato in particolare alcune delle raccomandazioni che abbiamo inserito nel parere, a cominciare dalla richiesta di rendere strutturali gli incentivi (sgravi e contributivi) per le assunzioni a tempo indeterminato ora previsti solo per il 2015. Come Pd riteniamo che il lavoro stabile debba costare strutturalmente meno di quello precario, convinzione avvalorata anche dai dati Istat presentati oggi, che ci spingono a confermare questa misura, pur con le correzioni del caso. Secondariamente riteniamo opportuno sospendere anche per il 2016 l’aumento dell’aliquota contributiva per le Partite Iva: ora al 27%, dovrebbe salire al 30%. Il nostro obiettivo, una volta a regime tuttavia, non è il blocco, ma una sua riduzione al 24% come per tutti gli altri lavoratori autonomi. Inoltre crediamo si debba sbloccare subito la contrattazione collettiva nel pubblico impiego e al contempo trovare le necessarie risorse per i nuovi contratti, così come impone la sentenza della Corte costituzionale. Prestando attenzione nei confronti degli Enti locali, affinché i maggiori oneri non siano interamente scaricati sui Comuni. Infine il capitolo pensioni con i necessari provvedimenti per la salvaguardia degli esodati, il ripristino dell’Opzione donna e la flessibilità per l’età di accesso alla pensione. Quest’ultima è proprio una delle riforme per le quali l’Italia potrebbe chiedere e ottenere flessibilità rispetto al patto di stabilità europeo in quanto, a fronte di maggiori oneri per i primi anni, produrrebbe risparmi nel medio e lungo termine per le casse dell’Inps. E soprattutto consentirebbe di sbloccare turn-over nelle aziende, mettendo al lavoro i più giovani e in pensione i lavoratori più anziani.”