Ospedali, Trande “È tempo di superare competizioni e antiche divisioni”

Modena

«Processi di tale rilevanza, in termini di organizzazione e sistemi complessi come quello socio-sanitario, si realizzano efficacemente solo con la partecipazione e il coinvolgimento di chi poi dovrà da un lato materialmente gestirli e dall’altro di chi ne beneficerà. Ecco perché i professionisti e i lavoratori della sanità saranno interlocutori importanti di questo percorso, che prende avvio con il dichiarato obiettivo di mantenere il nostro attuale primato di qualità e competenza.» Così il capogruppo Pd in Consiglio comunale a Modena, Paolo Trande, interviene sul tema dell’integrazione gestionale dei due ospedali cittadini, tema all’ordine del giorno nella seduta di domani, giovedì 23 luglio. Ecco la sua dichiarazione:

“La nostra sanità pubblica e universale, lo dice l’OMS, l’OCSE e il Ministero della Salute, è una sanità di alta qualità. La nostra rete sanitaria offre ai cittadini servizi eccellenti e, sopratutto, mediamente servizi di qualità efficaci e sicuri. E’ stato così per anni, è ancora così ma la nostra organizzazione rischia di non essere più adeguata rispetto alle profonde mutazioni legate alla evoluzione tecnologica (diagnostiche e terapie sempre più sofisticate), alle profonde modificazioni demografiche (invecchiamento della popolazione frutto, anche, della medicina stessa) e quindi all’aumento delle patologie croniche. Ora è arrivato il tempo di guardare al futuro con ancora più decisione riorganizzando la nostra rete socio-sanitaria. La volontà espressa dal sindaco di Modena e dalla Conferenza territoriale Socio-sanitaria di procedere con speditezza verso l’integrazione gestionale dei due grandi ospedali cittadini (Baggiovara e Policlinico) insieme alla realizzazione delle Case della Salute e all’ulteriore potenziamento dell’assistenza e cura domiciliare sono tre aspetti di una medesima strategia di cambiamento/adattamento con l’obiettivo di rispondere con maggiore efficacia ed efficienza (appropriatezza) alle nuove o rinnovate domande di salute e benessere che giungono dalle cittadine e dai cittadini. L’integrazione gestionale dei grandi ospedali cittadini è fondamentale. Vanno superate le logiche competitive tra strutture e territori, così come le antiche divisioni tra universitari e ospedalieri, incomprensibili alla grande parte dei cittadini, tutti fattori che hanno fino ad ora impedito una piena integrazione. Nuovi modelli organizzativi cooperativi per il governo clinico (dipartimenti) consentiranno una più completa risposta di salute da offrire ai cittadini. Cittadini, per dirla con una battuta, del tutto indifferenti se a curare il loro cuore o fegato sia un universitario o un ospedaliero: l’importante è che lo curino bene, al meglio delle conoscenze scientifiche disponibili. Modelli organizzativi aperti, flessibili non costruiti sulle apicalità da garantire ma sulle grandi competenze, già disponibili o da generare, per dare risposta alle esigenze di salute dei cittadini. L’annunciata cabina di regia appare essere uno strumento adeguato. Istituzioni territoriali, Aziende sanitarie, Università, cittadini, professionisti sanitari e loro organizzazioni, sindacati e mondo del volontariato sociale sono chiamati al confronto per produrre quel cambiamento necessario, non per fare risparmi come dice qualcuno, per guidarlo nel senso dell’interesse generale (salute dei cittadini), consapevoli dei pericoli che discendono dalla prevalenza di questo o quell’interesse “particulare”. Processi di tale rilevanza, in termini di organizzazione e sistemi complessi come quello socio-sanitario, si realizzano efficacemente solo con la partecipazione e il coinvolgimento di chi poi dovrà da un lato materialmente gestirli e dall’altro di chi ne beneficerà. Ecco perché i professionisti e i lavoratori della sanità saranno interlocutori importanti di questo percorso, che prende avvio con il dichiarato obiettivo di mantenere il nostro attuale primato di qualità perché, come avrebbe detto Darwin, “non è la specie più forte a sopravvivere, né la più intelligente ma quella più ricettiva ai cambiamenti.”

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