Strage via D’Amelio, Perazzelli “Memoria viva e impegno di tutti noi”

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Il 19 luglio 1992 morivano il giudice Borsellino e i cinque agenti della sua scorta: dopo 23 anni, l’inchiesta Aemilia ci testimonia che la criminalità organizzata ha saputo insediarsi anche nelle nostre terre per fare affari e spezzare il legame sociale delle nostre comunità. “Questa non deve essere solo una giornata per commemorare – spiega Anna Perazzelli, responsabile Legalità della Segreteria cittadina del Pd – ma deve essere memoria viva e impegno di tutti noi”. Ecco la dichiarazione di Anna Perazzelli:

“Il 19 luglio 1992 – la strage di Via d’Amelio nella quale morirono il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della sua scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina – ha segnato una profonda ferita che ancora oggi ci portiamo dentro le nostre vite e le storie senza piena verità di questo Paese. Il nostro Paese ha bisogno di verità e giustizia perché solo così si può costruire una comunità solidale, giusta e accogliente. Paolo Borsellino e i tanti, troppi, uomini e donne della magistratura, delle forze dell’ordine, uccisi perché hanno fatto bene il proprio dovere, ci hanno insegnato che le mafie, le corruzioni rubano a tutta la comunità, mortificano e spezzano le nostre speranze. Anche per il rispetto dovuto a coloro che sono morti per difendere la nostra democrazia e le nostre istituzioni, dobbiamo porre al centro del nostro dibattito e della nostra riflessione politica la lotta alle mafie e alla corruzione. Paolo Borsellino ci ha insegnato che le mafie hanno come scopo principale del loro agire i soldi e vanno nei territori dove c’è ricchezza per riciclare denaro sporco e per rubare risorse pubbliche. L’inchiesta Aemilia, che ha interessato il nostro territorio, ci testimonia con chiarezza come le mafie siano venute a infiltrarsi e radicarsi nel nostro territorio con lo scopo di sporcare la nostra economia, che è ancora sana, e di spezzare la solidarietà delle nostre comunità. Noi, quindi, siamo chiamati a custodire la coesione sociale, a rafforzare il nostro patrimonio di anticorpi e per questo la lotta alle mafie deve essere la priorità per consentire uno sviluppo economico che sia anche sociale ed etico. La giornata di oggi ci riporta con la mente e il cuore al 19 luglio del 1992, a quella brutta pagina della Storia del Paese, e ci deve trovare svegli e attenti per onorare la memoria di Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina… e non deve essere solo una giornata per commemorare, ma deve essere memoria viva e impegno di tutti noi”.