Piano sangue, Segreteria Pd “Maggiore coinvolgimento e concertazione”

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La Segreteria provinciale del Pd modenese, nell’ultima seduta, a seguito dell’incontro del Gruppo Sanità, ha approvato un ordine del giorno sulla riorganizzazione del sistema di raccolta e lavorazione del sangue e derivati. Nel documento si chiede un più forte coinvolgimento nel processo di riorganizzazione del settore trasfusionale delle associazioni provinciali dei donatori e delle istituzioni sanitarie locali, un rinnovato dialogo tra chi dirige i processi di accreditamento e l’Avis e, magari, una pausa di riflessione che consenta, nella concertazione, di ottimizzare la riorganizzazione di un settore così delicato come il Piano sangue. Ecco la posizione della Segreteria provinciale del Pd:

“A Modena il sistema di raccolta, lavorazione e distribuzione del sangue e dei suoi emoderivati ha sempre funzionato in maniera egregia per merito anche allo stretto rapporto di collaborazione tra il volontariato e le istituzioni sanitarie. Ci sono ben 30mila donatori attivi e un servizio immuno-trasfusionale che ha sempre corrisposto alle aspettative di autosufficienza dell’intera provincia, grazie alla professionalità di chi ci lavora e allo stretto rapporto con l’Avis provinciale. Le proposte di riorganizzazione del sistema annunciate in questi mesi hanno creato allarme tra le associazioni del volontariato che hanno segnalato tre punti critici: le pesanti ricadute dei dettati dell’accreditamento in materia di compiti del personale di sala prelievi e del ruolo dei volontari; la necessità di precise indicazioni per le prossime visite di accreditamento e il mancato coinvolgimento dell’associazione donatori in tema di collocazione delle officine trasfusionali. La decisione di smantellare un sistema che funziona per effettuare un passaggio verso una realtà che ancora non esiste, senza un completo studio di previsione, non costituisce, secondo noi, un modus operandi condivisibile. La Segreteria provinciale del Pd, pertanto, auspica che si avvii un coinvolgimento forte delle associazioni provinciale dei donatori e delle istituzioni sanitarie locali in un’ottica di concertazione delle scelte e degli interventi tra pubblico e sociale, in modo che la Regione possa condurre la programmata riorganizzazione del settore trasfusionale mettendo nella giusta evidenza il valore della collaborazione con le associazioni dei donatori volontari, fonte e base del sistema trasfusionale. Si auspica, inoltre, che si apra un dialogo tra chi dirige i processi di accreditamento e l’Avis affinché venga valorizzato il capitale sociale e professionale di cui il volontariato è portatore. Forse, infine, sarebbe utile anche una pausa di riflessione per coinvolgere appieno associazioni di volontariato e servizi sanitari locali allo scopo di ottimizzare la riorganizzazione di un settore così delicato come il Piano sangue”.