Servizio civile, Patriarca “Dalla Consulta una sentenza di civiltà”

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«La sentenza della Consulta sul servizio civile per gli stranieri dà ragione a tutti coloro che in questi anni hanno difeso e chiesto questa possibilità. L’esclusione degli stranieri non era solo una grave discriminazione, ma nei fatti escludeva persone con professionalità importanti dalla possibilità di contribuire alla crescita del Paese.» Esprime la sua soddisfazione il deputato modenese del Pd Edoardo Patriarca, componente della Commissione Affari Sociali, per la sentenza, depositata oggi, con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato illegittima l’esclusione degli stranieri dal servizio civile. Ecco la sua dichiarazione:

“La sentenza depositata oggi dalla Corte costituzionale consente finalmente di superare una grave discriminazione nei confronti dei ragazzi stranieri, fino ad oggi esclusi dal Servizio Civile a causa delle prescrizioni contenute nel decreto legislativo 77 del 2002, che prevedeva il requisito della cittadinanza italiana ai fini dell’ammissione al programma. Requisito che i giudici hanno ritenuto incostituzionale, essendo cambiato, si legge nella sentenza, il concetto di difesa della Patria, nell’ambito del quale è stato tradizionalmente collocato l’istituto del Servizio civile, attività di impegno sociale non armato. Grazie a questa sentenza di civiltà, dunque, anche i giovani stranieri, che risiedono regolarmente in Italia, potranno d’ora in poi avere accesso ai bandi emanati dal Governo, prendendo parte ad un’esperienza, che proprio come sottolinea oggi la stessa Consulta, oltre che di volontariato deve anche essere letta come un’opportunità di integrazione e di formazione alla cittadinanza. L’esclusione degli stranieri non era solo una grave discriminazione, ma nei fatti escludeva persone con professionalità importanti dalla possibilità di contribuire alla crescita del Paese. La sentenza della Consulta dà ragione a tutti coloro, come il Partito democratico, che in questi anni hanno difeso e chiesto questa possibilità. Ora mi auguro che anche la delega sul Terzo settore intervenga e renda norma vigente questo pronunciamento.”

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