Modena, Trande “Per M5S trasparenza e rendicontazione marginali”

Modena

«Del tutto disinteressati al metodo innovativo, pubblico, trasparente e di rendicontazione istituito a Modena in tema di nomine, del tutto disinteressati ai curricula delle tre figure che si sono proposte per la guida di Seta, i nostri novelli senatori McCarthy indugiano, con pessimo gusto, su frequentazioni e aspetti della sfera personale dei condidati» Così il capogruppo Pd in Consiglio comunale a Modena Paolo Trande interviene sul tema nomine dopo la polemica sollevata dal Movimento 5 stelle cittadino. Ecco la sua dichiarazione:

“A quanto pare per il Movimento 5 stelle di Modena, la trasparenza e la serietà delle nomine dipendono dal loro personale gradimento sui nomi dei candidati e dal presupposto che questi siano rigorosamente altro dalla cultura e dalla storia del centrosinistra in città. Un’idea pregiudiziale, di inadeguatezza preventiva, fondata sul discredito personale e addirittura familiare. Al dottor Gorrieri si contesta, di fatto il cognome e si ironizza sull’insegnamento universitario. Al dottor Bulgarelli si rinfaccia invece di aver polemizzato con alcuni disturbatori nel corso di una manifestazione del Pd, tacciandolo di intolleranza. Insomma, siamo al maccartismo in salsa grillina. A quando la ricostruzione genealogica per evitare pericolose ascendenze politiche con figure della sinistra cittadina? Del tutto disinteressati al metodo innovativo, pubblico, trasparente e di rendicontazione, del tutto disinteressati ai curricula delle tre figure che si sono proposte per la guida di Seta, i nostri novelli “senatori McCarthy” indugiano, con pessimo gusto, sulle frequentazioni, sugli aspetti personali delle candidature. Ricordiamo al M5S che per legge nomine spettano al sindaco, ma a Modena, il gruppo del Partito democratico prima, con un atto di indirizzo politico, e la Giunta insieme al Consiglio poi hanno costruito un nuovo regolamento, che consente trasparenza e controllo sulle procedure, ampliando le possibilità per presentare eventuali candidature, dal singolo consigliere comunale sino alle autocandidature, superando in maniera definitiva il sistema in voga nella Prima Repubblica fondato sulla spartizione nei, o nei pressi, dei consigli comunali ​tra partiti e gruppi di maggioranza e minoranza (speriamo che nessuno rimpianga quelle modalità di selezione). Inoltre il sindaco, una volta presa una decisione, è chiamato a spiegarne le ragioni proprio davanti al Consiglio comunale, così che le responsabilità degli uni e degli altri siano ancora più trasparenti. A chiusura si impone però una domanda: cosa ha spinto i grillini di Modena a questa caduta di stile dopo mesi di confronto tutto sommato civile e positivo? Gli hanno tirato le orecchie dall’alto? Hanno l’impressione di non essere ascoltati dai cittadini? Per quanto ci riguarda speriamo che sia solo un incidente di percorso. La città e la politica hanno tutto da perdere con le risse e solo da guadagnare con la discussione e il rispetto reciproco.