Politiche abitative, Sabattini “Risposta puntuale a fenomeno complesso”

Dalla Regione

“Un piano casa con cui si cerca di migliorare la corrispondenza tra la domanda del servizio e l’effettiva erogazione rispetto ad un’esigenza primaria come quella abitativa.” Il consigliere regionale modenese Luca Sabattini, componente della Commissione Territorio Regionale, si fa portavoce della soddisfazione dei consiglieri democratici per l’approvazione del Piano coordinato e pluriennale delle politiche abitative.

Approvato nella Commissione Territorio regionale il piano di recupero degli alloggi ERP e contestualmente la modifica ai criteri di accesso all’edilizia sociale. Il piano contiene interventi per il ripristino, recupero ed efficientamento energetico degli alloggi di edilizia residenziale pubblica (Erp) grazie a finanziamenti per 35 milioni di euro; 12 milioni destinati al bando per incentivare l’acquisto della prima casa da parte degli under 40; il rilancio dell’housing sociale e del co-housing attraverso l’adesione a fondi immobiliari chiusi; contrasto all’emergenza abitativa tramite due fondi da quasi 15 milioni di euro per l’affitto e la morosità incolpevole e, infine, il ripristino del fondo regionale contro le barriere architettoniche, che nel 2015 potrà contare su 1 milione di euro. Approvato anche l’emendamento proposto del Pd che prevede, per l’accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, la ‘residenza anagrafica o attività lavorativa stabile ed esclusiva o principale nell’ambito territoriale regionale da almeno 3 anni.

“Con questo provvedimento, – spiega il consigliere regionale modenese del Pd Luca Sabattini – già assunto da altre Regioni si cerca di dare una risposta puntuale ed efficace per governare un fenomeno complesso, valorizzando l’appartenenza alla comunità. Al di là delle posizione ideologiche pensiamo che quello dei 3 anni sia un criterio di buon senso e di equità che fornisce un supporto ai territori e ai Comuni rispetto alla gestione delle graduatorie e senza togliere autonomia ai comuni che nei loro regolamenti possono sempre prevedere premialità per i punteggi utili alla graduatoria. Credo che sia giusto che su un bene durevole come l’abitazione si adottino criteri che cerchiamo di migliorare la corrispondenza tra la domanda del servizio e l’effettiva erogazione. Il fine rimane sempre l’inclusione sociale delle fasce più deboli. Per questo io eviterei di trascinarla su un terreno di conquista ideologica; non si piantano bandierine ma si cerca di rispondere al meglio ai bisogni delle fasce più deboli valutando, nella pratica, quali sono le soluzioni più rispondenti ai criteri di equità sociale. La rispondenza e l’attenzione al bisogno certificato è l’obiettivo che vogliamo continuare a perseguire. E’ un importante volano messo a disposizione dei Comuni, insieme ai programmi di riqualificazione che puntano a rimettere a disposizione del mercato tutti gli alloggi a disposizione e che punterà a ridurre del 50% il consumo energetico.”

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