Contratti, Baruffi e Guerra “La “via rumena” non ci interessa”

Dai parlamentari

Il Ministero del Lavoro ha emanato una circolare con la quale chiarisce che i contratti ”rumeni” proposti da alcune agenzie di somministrazione di altri Stati membri dell’Unione europea sono ”irregolari” e comportano sanzioni per gli imprenditori che dovessero utilizzarli. Lo stesso Ministero, poi, annuncia il rafforzamento della vigilanza su queste tematiche. “Ribadire e chiarire le regole, se pur necessario e positivo, non basta – commentano il deputato Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro e la senatrice Pd Maria Cecilia Guerra, ex vice-ministro del Lavoro – Occorre davvero intensificare un’attività di controllo sul territorio a cui peraltro il Governo si impegna con questa stessa circolare”. Ecco le dichiarazioni di Davide Baruffi e Cecilia Guerra:

“E’ positivo che il Ministero del Lavoro abbia emanato una circolare in cui si ribadiscono e chiariscono gli aspetti normativi più importanti in materia di contratti e forme di lavoro di altri Paesi comunitari, sgomberando il campo da pericolosi equivoci e derive – affermano i parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro della Camera, e Maria Cecilia Guerra, senatrice ed ex vice-ministro del Lavoro – Nella circolare si precisa l’impossibilità di ricorrere a forme contrattuali che competono al ribasso con quelle previste dall’ordinamento italiano e si ribadisce che il lavoratore interinale ha diritto “a condizioni di base di lavoro e d’occupazione complessivamente non inferiori a quelle dei dipendenti di pari livello dell’utilizzatore, a parità di mansioni svolte”. Si ricorda, inoltre, l’applicazione della disciplina in materia di responsabilità solidale per l’adempimento degli obblighi retributivi e previdenziali, per mettere in guardia le imprese italiane rispetto ai rischi diretti a cui anch’esse andrebbero incontro in caso di abboccamento a queste polpette avvelenate”. “È davvero opportuno – sottolinea la senatrice Guerra – che la circolare ricordi che ai lavoratori distaccati in Italia da un altro Stato della Ue si applicano le disposizioni di legge e amministrative e le clausole dei contratti collettivi italiani, che riguardano tutti gli aspetti del lavoro: i periodi di lavoro e riposo, le ferie retribuite, i minimi salariali e le maggiorazioni per lo straordinario, le regole sulla salute, la sicurezza e l’igiene sui luoghi di lavoro, la non discriminazione fra uomini e donne, le condizioni circa la cessazione temporanea di lavoratori da parte delle agenzie di somministrazione. Ma è altrettanto fondamentale – continua Maria Cecilia Guerra – che la circolare inviti le Direzioni territoriali a porre la massima attenzione a contrastare tali fenomeni, non solo attraverso le necessarie iniziative ispettive, in linea con quanto previsto nella programmazione della attività di vigilanza 2015, ma anche attraverso una campagna informativa sulla corretta applicazione delle regole”. “E, aggiungo, – dice Davide Baruffi – occorre mandare messaggi chiari sul fatto che impresa e lavoro si costruiscono nel rispetto delle regole e dei diritti: pensare ad una ripresa di competitività e di occupazione abbassando la qualità e i diritti sarebbe non solo illusorio, ma sbagliato e inaccettabile per un Paese che vede nella qualità il proprio punto di forza e il proprio destino obbligato nel mercato globale. La “via rumena” non ci interessa e non la vogliamo. Nella interrogazione che ho presentato al Governo, – continua Baruffi – che trova in questa circolare una prima positiva risposta, ho posto anche un’altra questione importante: il disboscamento e la semplificazione delle forme contrattuali devono dare risposte più certe a imprese e lavoratori, emarginando chi pensa di trarre profitto dalla violazione delle regole e calpestando i diritti delle persone. La legge, in questi anni, ha suggerito e legalizzato troppe scorciatoie e favorito troppi opportunismi. Su questo punto saremo esigenti: occorre togliere quella zona grigia che da troppi anni sta in mezzo tra il lavoro dipendente propriamente detto e quello autonomo. Vogliamo incentivare il lavoro stabile e dare regole certe a quello flessibile”. “E’ necessario – conclude Maria Cecilia Guerra – che la difesa dei diritti dei lavoratori rappresenti un impegno prioritario, non solo dei lavoratori stessi e delle loro organizzazioni, ma anche delle istituzioni”.

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