Nuove assunzioni, Baruffi “Numeri davvero incoraggianti”

Dai parlamentari

«Per la prima volta un’ora di lavoro stabile diventa economicamente più vantaggiosa e conveniente di un’ora di lavoro precario, e i numeri diffusi oggi dal Governo sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato dimostrano come questa strategia inizi a pagare. Occorrerà ora monitorare quale ulteriore spinta produrrà nei prossimi mesi l’introduzione del nuovo contratto a tutele crescenti.» Questo il commento del deputato modenese del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro, sui dati diffusi questo pomeriggio dal Governo relativi alle nuove assunzioni a tempo indeterminato effettuate nei primi mesi del 2015. Ecco la dichiarazione di Baruffi:

“I numeri diffusi oggi dal Governo sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato sono davvero incoraggianti. Nei primi due mesi del 2015 infatti le imprese, forti degli sgravi contributivi e fiscali previsti dalla Legge di Stabilità, hanno attivato 79 mila contratti a tempo indeterminato, il 38,4% in più rispetto ai primi due mesi del 2014. Numeri davvero importanti, che si rafforzano nella platea dei più giovani, tra i 15 e i 29 anni, dove la variazione tendenziale per lo stesso periodo raggiunge addirittura il 43,1%. L’azzeramento dell’Irap per la componente lavoro ma soprattutto la decontribuzione totale per i nuovi assunti (fino a 8.060 euro all’anno per il triennio 2015-2017) è la vera spinta che incoraggia ora le imprese a fare il passo importante di un’assunzione stabile, nel momento in cui si affacciano i primi segnali di crescita. È bene ricordare alcuni aspetti essenziali. Anzitutto sgravi fiscali e contributivi premiano solo le assunzioni a tempo indeterminato. E per la prima volta un’ora di lavoro stabile diventa economicamente più vantaggiosa, più conveniente, di un’ora di lavoro precario, con contratto a termine o a progetto. Inoltre le nuove assunzioni sono ancora fatte con le vecchie regole, essendo il contratto a tutele crescenti entrato in vigore solo il 7 marzo (tutti i dati sono invece riferiti ai mesi di gennaio e febbraio): occorrerà quindi monitorare quale ulteriore spinta produrrà nei prossimi mesi la possibilità del nuovo contratto. Infine – la pruduenza in questi casi è sempre d’obbligo – occorrerà depurare questi primi dati dall’inevitabile “effetto annuncio” prodotto negli ultimi mesi del 2014: è infatti plausibile che il picco delle assunzioni di questi primi due mesi sia dovuto anche al fatto che le imprese, sapendo di poter trarre il vantaggio solo nel 2015, hanno ritardato alcune assunzioni già precedentemente programmate. Sono elementi che dovremo e potremo ponderare compiutamente solo tra qualche mese. Davanti a questi primi positivi dati è bene ribadire la richiesta che abbiamo già avanzato al Governo: bisogna dare stabilità a questi incentivi anche per gli anni prossimi, vale a dire per le assunzioni che potranno essere fatte anche nel 2016 e nel 2017. Un fuoco di paglia serve a poco mentre una strategia fiscale di sostegno alla crescita e all’occupazione è essenziale. E occorre, nel contempo (non sembri fuori tema), mettere mano alla riforma Fornero, per consentire ai lavoratori più anziani di andare in pensione un po’ prima e liberare posti per i nuovi assunti. A vantaggio dei più anziani e dei più giovani anzitutto, ma anche delle imprese che potranno avvantaggiarsi di questi minori costi. È tempo di avere fabbriche e uffici con meno sessantenni e più ventenni.”

photo credit: the Italian voice via photopin cc