Split payment, Vaccari “Obiettivo giusto, ma ricadute negative”

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Dal 2015 le pubbliche amministrazioni versano l’Iva, per l’acquisto di beni e servizi, non più ai propri fornitori, ma direttamente all’Erario. Il nuovo sistema dello split payment rischia però di pesare negativamente sulla liquidità delle aziende fornitrici e non tiene conto delle peculiarità dei soggetti del “no profit”. E’ per questo che il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, insieme al capogruppo Pd in Commissione Finanze Gianluca Rossi e ad altri colleghi, in risposta anche alle proteste e alle raccolte firme promosse dalle associazioni di categoria, ha investito della questione direttamente il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan.

L’idea, giusta, è quella di combattere i tentativi di evasione dell’Iva, la sua realizzazione pratica però potrebbe causare seri problemi di liquidità alle imprese che lavorano con le pubbliche amministrazioni e creare sperequazioni nei confronti dei tanti soggetti del “no profit” che lavorano al fianco delle stesse amministrazioni. Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, insieme al capogruppo Pd in Commissione Finanze Gianluca Rossi e ad altri colleghi, ha portato i problemi legati al cosiddetto “split payment”, con una interrogazione, direttamente sul tavolo del ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan. Lo split payment è il sistema, introdotto con la legge di stabilità 2015,  per il quale le pubbliche amministrazioni che hanno acquistato beni o servizi versano l’Iva non più ai fornitori, ma direttamente nelle casse dell’Erario. “Condividiamo lo spirito dell’iniziativa  – spiega Stefano Vaccari – che mira a innovare il sistema di riscossione dell’Iva e a contrastare fenomeni diffusi di evasione e di frode dell’Iva. Ma ne vediamo anche i problemi correlati. Secondo uno studio della Cna, infatti, ad esempio, nel 2015 le quasi due milioni di imprese che lavorano per la Pubblica amministrazione soffriranno di un ammanco di cassa superiore ai 9mila euro al mese. La norma, poi, non prevede esclusioni per i soggetti che rientrano nel regime Iva forfettario e per i numerosi soggetti del no profit, dalle società sportive alle associazioni culturali, dalle pro-loco alle associazioni dilettantistiche”. E’ per questo che con l’interrogazione si chiede al Governo di “adottare interventi che siano in grado di mitigare le ricadute della nuova disciplina”. In particolare, suggeriscono i senatori Pd, si potrebbe limitare i rischi di liquidità a carico delle imprese che lavorano con le pubbliche amministrazioni “semplificando le procedure e riducendo i tempi di rimborso dell’Iva per le imprese che applicano il reverse charge e lo split payment”. Potrebbe, poi, essere utile decidere di “prevedere il superamento del meccanismo dello split payment per tutte le imprese che, a partire dal marzo di quest’anno, regoleranno con fatturazione elettronica tutti i rapporti e le prestazioni effettuate con le pubbliche amministrazioni”. Viene, infine, chiesta una deroga per i soggetti del “no profit”. “In un momento di crisi come quello attuale – conclude il senatore Stefano Vaccari – non sembra davvero giusto pesare ulteriormente su quegli imprenditori e quelle associazioni senza scopo di lucro che lavorano con le pubbliche amministrazioni”.