Previdenza, Baruffi “Anche sulle pensioni è ora di cambiare verso”

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“La Consulta ha bocciato il referendum della Lega: lo sapevamo tutti e sapevamo che la Lega stava illudendo e ingannando i cittadini. Ma non è una consolazione per nessuno e il problema rimane nella sua interezza”: è il primo commento del deputato modenese del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro della Camera, alla notizia che la Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla “riforma previdenziale Fornero” promosso dalla Lega Nord. Ecco la sua dichiarazione:

“La Corte costituzionale ha respinto la proposta referendaria della Lega nord che si proponeva di abrogare la disciplina previdenziale del 2011 nota come “riforma Fornero”. Il referendum è stato giudicato inammissibile: un esito largamente atteso, per molti aspetti scontato, essendo necessaria una copertura finanziaria imponente (molti miliardi di euro) di cui un quesito referendario non può naturalmente tenere conto. Si trattava di una iniziativa, quindi, decisamente propagandistica e di scarso valore concreto e come tale oggi decade con la sentenza della Consulta. Ma la strumentalità della proposta e la spregiudicatezza della Lega nulla tolgono al problema reale: la riforma Fornero era e rimane iniqua e insostenibile e come tale va cambiata. Fu approvata a fine 2011, con la manovra finanziaria “Salva Italia” in circostanze eccezionali. Oggi la condizione non è più questa e a distanza di tre anni i limiti, gli errori e i danni prodotti da quella riforma sono ben visibili e non più accantonabili. Oltre a centinaia di migliaia di esodati che stiamo faticosamente recuperando (siamo alla sesta salvaguardia e non abbiamo finito…) e a irragionevoli penalizzazioni per chi aveva lavorato già oltre i 41 o 42 anni (le abbiamo tolte dal 1/1/2015), ha innalzato bruscamente l’età pensionabile nel pieno della crisi, concorrendo non solo ad aumentare la disoccupazione giovanile, ma a gettare nel dramma cinquantenni e sessantenni che perdono il lavoro. È una “riforma” senza flessibilità, che non distingue tra lavori e vite diverse, che non ha omogeneizzato i regimi previdenziali, non ha risolto il tema delle ricongiunzioni, ecc. Il Governo ha riconosciuto il problema e si è più volte impegnato, anche negli ultimi mesi, ad affrontare la questione in modo strutturale. Ma i pochi passi avanti compiuti – importanti, ma insufficienti – li abbiamo strappati faticosamente per via parlamentare, senza avere ancora risposte soddisfacenti per milioni di persone. Ora la Consulta ha bocciato il referendum della Lega: lo sapevamo tutti e sapevamo che la Lega stava illudendo e ingannando i cittadini. Ma non è una consolazione per nessuno e il problema rimane nella sua interezza. Governo e Parlamento devono dare una risposta seria, sostenibile sia sul piano sociale che su quello finanziario, che risolva i guasti prodotti nel 2011. Il no della Consulta, atteso, non può quindi essere un alibi per nessuno. Anche sulle pensioni, per usare le parole del premier, bisogna “cambiare verso” e farlo “adesso”.

(fonte fotografia: www.investireoggi.it)