Parigi, Kyenge “Dalla “marche” un messaggio universale”

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“Ieri noi abbiamo mostrato di non avere paura e che un altro mondo è possibile”: lo dice l’europarlamentare modenese del Pd Cécile Kyenge che nella giornata di domenica 11 gennaio ha preso parte alla grande “marche repubblicaine” di Parigi. “I francesi rifiutano gli estremismi ed escludono i populisti – continua l’on. Kyenge – Serve un argine etico contro politici che predicano odio anche in Italia. E’ urgente approvare il Pnr (Passenger name record) e rafforzare Eurojust ed Europol”.

“Ho voluto vivere questa “marche republicaine” tra la gente, da cittadina europea, in mezzo a milioni di persone. In mezzo ad un mare immenso di uomini donne e bambini, diversità e fedi unite tutte insieme in nome della libertà e della pace”, dice l’ex ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge, dopo aver partecipato alla manifestazione organizzata a Parigi, in omaggio alle vittime degli attentati compiuti nei giorni scorsi. “Tra tutti noi tanta emozione e la consapevolezza di essere uniti a difesa di valori europei ed universali in cui tutti noi ci riconosciamo”. “Le diverse religioni, le diversità, possono convivere insieme, in pace – prosegue Kyenge – Il collante di questo popolo non è stata la rabbia e la paura, ma una cosciente speranza. Fuori e distante da quella moltitudine colorata di persone, l’estremismo, il fanatismo, la paura. Perché nell’esprimere tutto questo, le istituzioni e il popolo francese hanno scelto di essere coscienti e consapevoli della necessità di un limite ed argine alla predicazione dell’odio e alla xenofobia. Questo limite si è espresso con l’esclusione dell’estremismo della destra del Fronte Nationale di Marine Le Pen. È anche su questa consapevolezza che si è retto e si regge la forza del messaggio universale di ieri. Una coscienza del limite verso il populismo che in Italia non c’è, non possiamo più tacerlo. La politica italiana deve fare un passo in avanti, non può più sottrarsi dal porre un argine etico e morale al populismo e ai nostrani predicatori di odio, prima che sia troppo tardi. Ieri noi abbiamo mostrato di non avere paura e che un altro mondo è possibile”. Da oggi, secondo l’europarlamentare Pd, inizia la riflessione, quella politica: “Perché l’ideologia fanatica dell’odio – sostiene – recluta i suoi portatori di morte in quelle sacche di disagio che non riusciamo a contenere, tra coloro che non si riconoscono più nelle istituzioni. Serve un’Europa più forte, che punti unita a cucire gli strappi nella società, con politiche di dialogo ed integrazione sociale efficaci. Nulla può essere più lasciato al caso”. “Sul fronte della sicurezza – continua – se vogliamo salvare uno dei principi cardine dell’Unione, come la libera circolazione delle persone, è necessario che il coordinamento europeo delle intelligence nazionali sia molto più forte ed effettivo. Da anni parliamo di compiere passi in avanti sul fronte di una politica comune in materia di sicurezza, è giunto il momento di rafforzare strumenti attuali come Eurojust ed Europol. Un impegno che mi vedrà attiva già dai prossimi incontri a Strasburgo e nella competente Commissione Libertà Civili del Parlamento europeo, di cui faccio parte, nella quale ho già posto da tempo e rilancerò la questione del Passenger name record (Pnr). Dobbiamo giungere immediatamente a un’approvazione del Parlamento: conciliare le nostre libertà alle quali non rinunciamo, con le esigenze di sicurezza è possibile e l’approvazione di questo provvedimento ne dovrà essere la dimostrazione”. “Siamo dunque in guerra – conclude Kyenge – Una guerra non contro l’Islam, ma contro un’ideologia politica degenerata di morte. Una guerra internazionale molecolare che si combatte strada per strada in Europa e fuori dall’Europa con il rilancio di politiche attive di cooperazione e sviluppo, con una politica estera comune molto più forte. Solo così saremo in grado di contrastare questo orrore. In questi giorni che precedono le elezioni in Nigeria, la setta terroristica Boko Haram ha lanciato una serie di vili attacchi contro i civili nel nord del Paese. L’Europa deve essere li’, alla guida di una task force internazionale, non deve voltarsi dall’altra parte. Nel luglio scorso ho presento una risoluzione parlamentare contro Boko Haram, approvata dal Parlamento, ma da allora non si sono fatti passi in avanti. Ad una minaccia globale bisogna rispondere con uno sforzo globale. Nessuno deve essere lasciato solo in questa lotta”.