Dissesto, sen. Vaccari “Il nuovo Piano segna un cambio di passo”

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Il Piano nazionale presentato dal Governo nel corso degli Stati generali contro il dissesto idrogeologico va nella giusta direzione, puntando sulla prevenzione e sulla messa in sicurezza del territorio e non sugli interventi ex post. Lo conferma il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, segretario della Commissione Ambiente di Palazzo Madama, che ha partecipato ai lavori degli Stati generali contro il dissesto idrogeologico.

Cambiamenti climatici da considerarsi ormai strutturali, un territorio vasto e composito reso ancor più fragile dalla costruzione scriteriata, la necessità di dare sostanza economica e concretezza di intervento al concetto di prevenzione: si sono tenuti, nella giornata di martedì 11 novembre, gli Stati generali contro il dissesto idrogeologico a cui ha preso parte anche il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, segretario della Commissione Ambiente di Palazzo Madama. “La Liguria e la Toscana, ma anche l’Emilia-Romagna, il Veneto e le Regioni del Sud: non c’è area del Paese che non possa essere chiamata a testimone dell’estrema fragilità del nostro territorio e della necessità di una sua messa in sicurezza – conferma il senatore Vaccari – Io credo che il Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico annunciato nel corso degli Stati generali da Erasmo D’Angelis capo della Struttura di Missione istituita presso la Presidenza del Consiglio, vada, finalmente, nella giusta direzione. Vengono stanziati 9 miliardi di euro e soprattutto, grazie a un processo di sburocratizzazione, si sbloccano risorse e si avviano i cantieri in una stretta relazione con le Regioni, attraverso accordi di programma, chiamate in quota parte ad agire. Il cambio di passo consta nel decidere di intervenire con la preventiva messa in sicurezza del territorio, piuttosto che ex post, a tragedie già avvenute. Tutto questo, comunque, non può che basarsi su un cambio delle politiche di gestione del territorio, a livello locale e nazionale: non più condoni e non più costruzioni in zone a rischio in molte parti del Paese. Tra le ipotesi allo studio – conclude Vaccari – oltre alla legge sulle calamita naturali già annunciata, anche un primo provvedimento relativo all’introduzione di un’assicurazione obbligatoria sugli immobili contro il rischio da dissesto idrogeologico, sostenuta in quota parte dallo Stato”.