Modena, Gruppo Pd “Sui diritti non è più tempo di indugiare”

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«Modena ha da tempo dimostrato la propria lungimiranza grazie all’istituto della “famiglia anagrafica”, che per l’erogazione dei servizi comunali consente di porre sullo stesso piano le famiglie tradizionali e qualunque altro tipo di unione. È ormai inderogabile che anche a livello nazionale venga fatto altrettanto per i diritti di cittadinanza» Questa la ferma presa di posizione con la quale il Gruppo consiliare Pd a Modena ha definito un proprio ordine del giorno per invitare l’Amministrazione ad istituire il Registro comunale delle Unioni civili e al contempo chiedere a Governo e Parlamento di affrontare quanto primo questo delicato argomento.

“Le recenti prese di posizione di diversi sindaci sulla trascrizione nel Registro di Stato civile dei matrimoni omosessuali contratti all’estero, seppure priva di effetti giuridici, è un’iniziativa politicamente coraggiosa ed apprezzabile. Ai sindaci del centrosinistra che hanno promosso questa battaglia va dato atto di avere posto al centro del dibattito nazionale il tema della discriminazione sui diritti e sui doveri delle cittadine e cittadini omosessuali. Tuttavia la spinta rischia di consumarsi in uno scontro istituzionale a causa dell’approccio strumentale assunto dal ministro dell’Interno, o all’interno delle aule di tribunali italiani o europei le cui sentenze arriveranno, se va bene, tra molti mesi. Per questo il Gruppo consiliare del Partito democratico di Modena ha deciso di rilanciare, essendo ormai tempo di dare l’adeguato profilo di dignità ed interesse pubblico a tutte le unioni civili, siano queste omosessuali, eterosessuali con o senza elementi affettivi. È noto infatti come Modena, su questo tema abbia da tempo dimostrato la propria lungimiranza grazie all’istituto della “famiglia anagrafica”, che per l’erogazione dei servizi comunali consente di porre sullo stesso piano le famiglie tradizionali a qualunque altro tipo di unione. È ormai inderogabile che anche a livello nazionale venga fatto altrettanto per i diritti di cittadinanza (diritto ereditario, diritto all’assistenza, alla reversibilità, step-child adoption etc) che costituiscono il “Pil di civiltà” di una nazione, non meno importante (e non indifferente) di quello economico. L’umanità, la cittadinanza e le ricadute sociali dei progetti di vita dei nostri concittadini sono affare di tutti noi e tutti noi dobbiamo fare in modo che, qualora lo vogliano, possano emergere in tutta la loro straordinaria potenziale positività. Le cittadine e i cittadini del nostro Paese che decidono di vivere insieme, indipendentemente dal sesso, in un contesto di “unione civile” devono poter vederne un completo riconoscimento all’interno di una legislazione che riconosca loro diritti e doveri. Il Parlamento, a 4 anni ormai dalla sentenza numero 138/2010 della Corte costituzionale, nella quale è sancito che le coppie dello stesso sesso sono da considerarsi a tutti gli effetti formazioni sociali cui la Costituzione garantisce tutela, deve ora disciplinare la materia con una legge avanzata sul modello europeo, anche per dare finalmente risposta adeguata alle reiterate richieste, fino ad ora inascoltate, provenienti dalle centinaia di migliaia di cittadine e cittadini omo od eterosessuali che vivono insieme fuori dal matrimonio tradizionale. Non si può più indugiare. Per questo, con il nostro Ordine del giorno, se da un lato si chiede a Governo e Parlamento di approvare nel più breve tempo possibile una legge che regoli diritti e doveri delle unioni civili, sollecitando i parlamentari modenesi ad adoperarsi con ogni mezzo perché il provvedimento venga calendarizzato quanto prima, dall’altro si invita l’Amministrazione comunale ad istituire il Registro comunale della Unioni civili per la registrazione dei matrimoni omosessuali contratti all’estero e per la registrazione delle unioni omo ed eterosessuali dei nostri cittadini. Basta ritardi è tempo, anche su questo fronte, di entrare in Europa!”

 

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