L.stabilità, on. Patriarca “Non penalizziamo le Fondazioni”

Dai parlamentari

La Legge di stabilità prevede, tra le altre norme, un aumento della tassazione dei dividenti percepiti dalle Fondazioni di origine bancaria, provvedimento che, sostiene il deputato modenese del Pd Edoardo Patriarca, si tradurrà, nella pratica quotidiana, in una decurtazione dei fondi che le Fondazioni mettono a disposizione delle organizzazioni di volontariato, del privato sociale e degli Enti territoriali. L’on. Patriarca si fa, quindi, portavoce dell’appello a cambiare la norma sottoscritto da Acri, Forum Terzo settore e Csvnet. Ecco la sua dichiarazione:

«Le bozze circolate relative alla legge di stabilità 2015 contengono una norma che interviene sulle Fondazioni di origine bancaria, prevedendo una tassazione sui dividendi percepiti di gran lunga superiore a quella dei soggetti privati profit. Questa penalizzazione allontanerà ancor di più le Fondazioni di origine bancaria da quegli analoghi soggetti non profit che in tutta Europa godono di una fiscalità di vantaggio. Si parla, per il biennio 2014-2015 , di una cifra pari a 360 milioni per ciascun anno. Cifra che, inevitabilmente, andrà ad intaccare le risorse dedicate alle organizzazioni di volontariato, del privato sociale e degli Enti territoriali che vedranno decurtati i fondi messi a loro disposizione dalle stesse Fondazioni. Dobbiamo ricordare, infatti, che le Fondazioni di origine bancaria sono soggetti non profit, privati e autonomi che svolgono attività filantropica erogando risorse ad altri soggetti non profit, privati o pubblici, per dare sostegno al welfare, all’integrazione sociale, allo sviluppo culturale e civile dei territori. Penalizzare la loro attività erogativa significa togliere risorse utili per settori come la ricerca o l’arte e, soprattutto, per le categorie più svantaggiate, come anziani, disabili, malati, bambini in difficoltà, immigrati e tanti altri a cui la mano pubblica non è più in grado di provvedere da sola. Le Fondazioni sono “soggetti dell’organizzazione delle libertà sociali”, come le ha riconosciute la Corte Costituzionale nel 2003 (sentenza n. 300), ovvero sono la preziosa infrastruttura immateriale di un sistema economico e sociale pluralistico, che non attribuisce esclusivamente all’Amministrazione pubblica la responsabilità di perseguire il benessere comune, al contrario afferma, praticamente, il principio di sussidiarietà e, dunque, l’opportunità che soggetti diversi contribuiscano ad affrontare e a risolvere problemi d’interesse pubblico».