Difesa, Galli “Basta conflitti d’interesse per i generali in pensione”

Dai parlamentari

Uno stop al passaggio diretto dalla carriera ai vertici militari a quella nelle aziende che lavorano per la Difesa: la Commissione Difesa della Camera ha infatti approvato all’unanimità il provvedimento, a prima firma del deputato modenese Pd Carlo Galli, che vieta l’assunzione dei generali in pensione nelle imprese del settore militare. “Un provvedimento atteso da anni – conferma Carlo Galli – che ci mette in linea con quanto stabilito nei principali Paesi occidentali”.

Un provvedimento che ci mette in linea con i principali Paesi occidentali e cancella un evidente e inopportuno conflitto d’interessi: la Commissione Difesa della Camera dei deputati, con voto unanime, ha approvato il testo, a prima firma del deputato modenese del Pd Carlo Galli, che vieta l’assunzione dei generali non più in servizio in imprese del settore militare. In sostanza, chi fino al giorno prima trattava commesse con aziende del complesso militare-industriale, dal giorno dopo il pensionamento non potrà più andare a lavorare per quelle stesse aziende. “E’ una materia che da molto tempo attendeva una normazione – spiega l’ispiratore del provvedimento, il deputato modenese del Pd Carlo Galli, componente della Commissione Difesa della Camera – In analogia a quanto già deciso in alcuni dei principali Paesi occidentali, abbiamo messo uno stop al passaggio dalla carriera militare a quella di membro del consiglio di amministrazione o consulente di imprese che lavorano per la Difesa. Un conflitto d’interesse palese che rischia di inquinare la reciproca autonomia e la preziosa credibilità sia dei militari sia delle imprese”. Visto l’accordo politico amplissimo, ora si lavora per avere in Commissione la sede legislativa del provvedimento: “Si sta operando – conferma Carlo Galli – affinché, dopo i pareri delle Commissioni interessate, il provvedimento possa essere adottato in sede deliberante nella stessa Commissione Difesa, senza passare dall’Aula. Sarebbe l’ulteriore testimonianza della grande attenzione che si è creata attorno a questo testo visto che per avere la Commissione deliberante occorre non solo il consenso di tutti i gruppi parlamentari, ma anche quelli della presidenza della Camera e del Governo”.