Università, Ghizzoni “Difendiamo le speranze di chi fa un Master”

Dai parlamentari

Dopo l’inquietante vicenda che ha visto il capitano Schettino relatore nell’ambito di un Master organizzato dall’Università romana La Sapienza, la parlamentare modenese del Pd Manuela Ghizzoni ha presentato una interrogazione al ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Giannini per capire quanto la normativa sui Master sia effettivamente applicata nel nostro Paese, soprattutto tenendo conto del fatto che sono sempre di più i neolaureati che, sostenendo costi in genere anche elevati, puntano a frequentare un Master con la speranza che possa facilitare l’ingresso nel mondo del lavoro. Ecco la sua dichiarazione:

«C’è una forte domanda di Master universitari da parte dei neolaureati nella speranza che aiutino a trovare lavoro. I costi sono generalmente elevati, il ventaglio delle offerte diventa sempre più ampio, ma la qualità spesso non corrisponde alle attese. Capita poi che la progettazione del Master sia carente, mentre quasi sempre la gestione è individualistica. Inutile ricordare l’inquietante vicenda dell’intervento di Schettino a un Master di Roma La Sapienza che ha riempito le cronache dell’estate. I Master sembrano ambientati in un far west in cui nessuno assume responsabilità. Eppure una normativa nazionale esiste e prevede, come per ogni altra attività universitaria, la programmazione, il coordinamento e la valutazione dei risultati da parte degli organi didattici. Ma la norma è ampiamente disattesa. Per attirare l’attenzione su questi temi, anche al fine di contrastare scandali ricorrenti che gettano discredito sull’intero sistema universitario, ho chiesto con un’interrogazione al ministro dell’Università di sapere quali atenei abbiano rispettato la normativa vigente e come si intenda affrontare il disallineamento lessicale del “Master” italiano rispetto agli altri Paesi europei, nei quali questa denominazione copre invece genericamente tutti i titoli di secondo livello, come la laurea magistrale, inducendo ulteriori equivoci in un mercato del lavoro ormai globale. Si garantisca la massima autonomia agli atenei, si lasci ai master l’attuale status di titoli universitari senza valore legale, ma si difendano i diritti e le speranze di chi li frequenta».

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