Modena, Liotti “Si applichi la legge regionale quadro per la parità”

Modena

Integrare le politiche di genere in ogni aspetto della vita dell’ente, a partire dal Bilancio, dalla formazione al personale, alla comunicazione. Consentire all’Amministrazione comunale di Modena di costituirsi parte civile nei processi per violenza di genere di particolare impatto sociale, aderire a programmi europei per reperire risorse da investire nella prevenzione della violenza contro le donne, promuovere progetti educativi per la diffusione della cultura di parità nelle scuole di ogni ordine e grado, riattivare il Tavolo dei tempi e orari della città, concludere i lavori per la nuova Casa delle donne: sono alcuni degli impegni contenuti nell’Ordine del giorno presentato dal Gruppo Pd perché a Modena si applichi concretamente la legge regionale quadro per la parità approvata dall’Emilia-Romagna alla fine dello scorso mese di giugno. Prima firmataria dell’Odg, Caterina Liotti, consigliera e coordinatrice della Conferenza provinciale delle Democratiche, impegnata da tempo su queste delicate tematiche. Ecco la sua dichiarazione:

“Le nostre città sono abitate innanzitutto da donne e uomini, di età e culture differenti. Per migliorare l’efficacia delle risposte politiche ai bisogni della nostra comunità, di questo dobbiamo sempre tenere conto, sia che parliamo di lavoro, occupazione, sicurezza, salute, sviluppo della città e dei suoi servizi. Collaborando fattivamente per la messa in campo di tutte le azioni utili per sostenere la realizzazione dei principi e delle norme contenute nella “Legge regionale per la parità e contro le discriminazioni di genere n.6/2014”, il Comune di Modena sceglie di puntare sulle donne quale elemento di innovazione e di sviluppo. Potremmo anche sostenere che il Consiglio comunale oggi completi il percorso avviato nel maggio 2013, con l’adesione alla proposta di legge di iniziativa popolare per la creazione di una rete regionale contro la violenza di genere, diventata poi parte integrante di questa “Legge regionale quadro” approvata alla fine dello scorso mese di giugno. È questo, in estrema sintesi, quanto si chiede nell’Ordine del giorno che il Gruppo Pd ha presentato nella seduta odierna del Consiglio comunale di Modena, alla presenza della presidente della Commissione regionale per la parità, Roberta Mori, ospite dell’Assemblea modenese proprio per illustrare i principi cardine della nuova legge. Nell’Odg si impegna innanzitutto il Consiglio comunale ad adeguare lo statuto dell’ente prevedendo la possibilità per l’Amministrazione comunale di costituirsi parte civile nei processi per violenza di genere di particolare impatto e rilevanza sociale nella vita della comunità modenese, devolvendo l’eventuale risarcimento a sostegno delle azioni di prevenzione contro la violenza sulle donne. Inoltre si chiede che lo statuto venga adeguato ai principi della Carta Europea per l’uguaglianza e la parità delle donne e degli uomini nella vita locale, in particolare nella parte riguardante le norme antidiscriminatorie nella composizione della giunta e nelle nomine per gli enti di secondo livello e aziende partecipate. Diversi anche i settori nei quali si chiede alla Giunta di intervenire, a partire dall’adesione a programmi europei per reperire risorse da investire nella prevenzione della violenza contro le donne e nella riduzione di tutte le disuguaglianze, in particolare quelle relative alla salute. Una città a misura di donna è anche una città che ripensa ai temi della conciliazione dei tempi di lavoro e di vita e della condivisione tra donne e uomini dei carichi di cura nelle famiglie, per questo nel documento si chiede di riavviare il Tavolo sui tempi e orari della città. Non secondario l’impegno in materia di educazione attraverso progetti per sostenere la diffusione della cultura paritaria in ogni scuola di ordine e grado (comprese le scuole dell’infanzia) e la realizzazione di percorsi di formazione per educatori e formatori, promuovendo l’intitolazione di spazi pubblici a donne meritevoli, ma anche facendosi parte attiva nel segnalare al Corecom immagini lesive della soggettività femminile e dei bambini. Se sono molteplici le azioni rivolte al contesto cittadino e sociale, altrettante sono quelle che chiedono interventi all’interno della stessa macchina amministrativa cominciando dall’avvio di un percorso per costruire il Bilancio di genere dell’Ente a partire dal prossimo anno (bilancio preventivo 2015), passando per l’utilizzo di un linguaggio non discriminante e rispettoso dell’identità di genere negli atti amministrativi e in tutte le attività di comunicazione del Comune, fino all’elaborazione di statistiche di genere per ogni attività di raccolta e sistematizzazione dei dati comunali. Infine l’Ordine del giorno chiede alla Giunta di farsi carico del completamento del restauro di Villa Ombrosa già destinata a futura ‘Casa delle donne’ quale luogo ove realizzare concretamente la messa in rete dei servizi e delle opportunità di studio e di incontro offerti dalle associazioni femminili alle donne di questa città.”