Fecondazione eterologa, Liotti “Non si perda altro tempo”

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“Quando parliamo della legge 40 parliamo di diritti negati a migliaia di coppie. Ora che la Corte Costituzionale ha fatto finalmente chiarezza, occorre fare presto, per venire incontro alle esigenze e alle speranze di tante famiglie”: la coordinatrice delle Democratiche modenesi Caterina Liotti interviene nel dibattito sulla fecondazione eterologa che la Corte Costituzionale ha riammesso nell’ordinamento italiano. Ecco la sua dichiarazione:

“Secondo la Società europea della riproduzione assistita sono all’incirca quattromila, all’anno, gli italiani che, desiderosi di avere un figlio, ricorrono a centri esteri spendendo cifre che variano dai 2.500-3mila euro richiesti in Ucraina fino ai 7-8mila euro della Spagna. A questo dato, dobbiamo aggiungere che sono stimate in circa 9mila le coppie non fertili che vorrebbero un figlio. Quando parliamo della legge 40 parliamo di diritti negati a migliaia di persone, di donne in particolare. Ora che la Corte Costituzionale ha fatto finalmente chiarezza, occorre fare presto, per venire incontro alle esigenze e alle speranze di tante famiglie. Hanno ragione le donne del Pd che, a livello nazionale, hanno ribadito che non è affatto necessario né un decreto governativo né tantomeno un atto del Parlamento. Dopo la sentenza della Corte costituzionale è necessario, ma anche sufficiente un aggiornamento delle linee guida nazionali per garantire l’applicazione corretta della legge e della sentenza. Ha ragione anche l’assessore regionale Carlo Lusenti quando chiede che non vi siano disparità di trattamento dei pazienti tra le singole regioni italiane e che l’aggiornamento delle linee guida nazionali inserisca la fecondazione eterologa tra i Livelli essenziali di assistenza. A nome delle tante donne che vorrebbero avere un figlio, chiedo, però, di verificare i percorsi che hanno portato la Toscana a perseguire la possibilità di avviare le procedure per offrire alle coppie con problemi di sterilità anche questa opportunità . Non vorremmo che le coppie emiliano-romagnole risultassero, alla fine, di serie B rispetto a quelle toscane!».