Riforme, Guerra e Vaccari “Raggiunto un importante obiettivo”

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Con 183 voti favorevoli e 4 astenuti, il Senato ha approvato questa mattina in prima lettura il disegno di legge con le Riforme Costituzionali, che passa ora all’esame della Camera dei deputati. «Siamo soddisfatti per aver contribuito a raggiungere questo importante obiettivo. La compressione del dibattito in aula, dovuta alla attività ostruzionistica e strumentale delle minoranze e alle difficoltà a trovare punti di caduta comune con le forze politiche che hanno sostenuto la riforma, ha reso il lavoro in aula molto difficile e lasciato alcuni punti importanti ancora da chiarire. Il Partito democratico continuerà il suo impegno per dare al Paese un assetto costituzionale nuovo e moderno, che superi i limiti di quello esistente.» Questo il commento sul voto di questa mattina dei senatori modenesi del Pd Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari. La loro dichiarazione:

“Oggi il Senato ha approvato in prima lettura la riforma costituzionale che supera il bicameralismo paritario, introducendo un Senato delle autonomie, e che modifica il titolo V della Costituzione per meglio definire i ruoli relativi di Stato e Regioni. Un risultato storico. L’approfondito esame compiuto al Senato, svolto prima in Commissione Affari Costituzionali per oltre 4 mesi e poi in aula per 4 settimane, ha permesso di modificare in modo significativo il testo proposto dal Governo ed introdurre una serie di modifiche di rilievo. Per questo lavoro vanno ringraziate la Presidente Finocchiaro e la Ministra Boschi. Ne esce un sistema parlamentare significativamente trasformato: fine del bicameralismo paritario, riduzione del numero dei senatori (100) in rappresentanza di Regioni e Comuni, un Senato che non è più chiamato a dare la fiducia al Governo, ma mantiene potere paritario nella definizione di leggi importanti, prime fra tutte quelle costituzionali e che assume il ruolo prioritario per il raccordo e l’intervento su tutte le materie rilevanti per l’azione delle Regioni e degli Enti locali, nonché sull’attuazione delle politiche dell’Unione Europea. Vengono rafforzati gli istituti di partecipazione popolare, con l’introduzione del referendum propositivo, sino ad ora non presente nel nostro ordinamento, con la previsione di un obbligo di tempi certi per la analisi in Parlamento delle leggi di iniziativa popolare, con l’introduzione di un quorum per i referendum abrogativi non riferito più agli aventi diritto, ma, a fronte di un innalzamento delle firme per proporli, ai partecipanti alle ultime elezioni. La compressione del dibattito in aula, dovuta alla attività ostruzionistica e strumentale delle minoranze e alle difficoltà a trovare punti di caduta comune con le forze politiche che hanno sostenuto la riforma, hanno reso il lavoro in aula molto difficile e lasciato alcuni punti importanti ancora da chiarire. Sugli strumenti di garanzia specialmente nella elezione del Capo dello Stato, nelle relazioni e responsabilità reciproche fra Stato e Regioni su temi importanti come ad esempio i diritti civili e le politiche sociali. Il lavoro continuerà ora alla Camera. Siamo soddisfatti per aver contribuito a raggiungere questo importante obiettivo, ed il Partito democratico continuerà il suo impegno per dare al Paese un assetto costituzionale nuovo e moderno, che superi i limiti di quello esistente.”

(Fonte fotografia: repubblica.it)