Cispadana, parlamentari Pd “M5s non speculi sulle tragedie”

Dai parlamentari

«I parlamentari 5 Stelle non strumentalizzino le tragedie capitate nel nostro Paese e nel nostro territorio a fini propagandistici. La realizzazione dell’arteria autostradale Cispadana, infrastruttura strategica per le interconnessioni di un territorio come quello della bassa modenese, non è affatto in antitesi con interventi di prevenzione e messa in sicurezza del territorio. Interventi per altro nel modenese già in corso di realizzazione sulle aste dei fiumi Panaro e Secchia.» I parlamentari modenesi del Pd Davide Baruffi, Manuela Ghizzoni, Edoardo Patriarca, Giuditta Pini, Matteo Richetti, Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari rispondono ai deputati emiliani del Movimento 5 Stelle che in una nota avevano espresso il loro dissenso nei confronti della realizzazione della Cispadana. Ecco la loro dichiarazione:

“I parlamentari 5 Stelle non strumentalizzino le tragedie capitate nel nostro Paese e nel nostro territorio a fini propagandistici. La realizzazione dell’arteria autostradale Cispadana, infrastruttura strategica per le interconnessioni di un territorio come quello della bassa modenese, che fra prevede fra l’altro già a livello progettuale una riduzione degli impatti, opere di mitigazione e compensazione, ancora all’esame della Commissione VIA nazionale, non è affatto in antitesi con interventi di prevenzione e messa in sicurezza del territorio. Interventi di prevenzione del dissesto idrogeologico per altro già in corso di realizzazione sulle aste dei fiumi Panaro e Secchia. Ricordiamo invece loro, che se non se ne fossero accorti per la prima volta l’Italia ha deciso di fare, proprio in materia di sicurezza del territorio, un deciso salto di qualità, investendo sulla protezione e sulla prevenzione, anziché concentrando sforzi e risorse solo sull’intervento in fase di emergenza. Il Governo ha infatti affidato alla Struttura di missione misure straordinarie e il compito di fare regia e coordinare tutte le strutture dello Stato (Ministeri, Protezione civile, Regioni, Enti locali, Consorzi di bonifica, Provveditorati alle opere pubbliche, Genio Civile ed enti e soggetti locali) per trasformare in cantieri oltre 2,4 miliardi di euro non spesi dal 1998 ad oggi proprio per ridurre stati di emergenza territoriali (casse di espansione e vasche di laminazione di fiumi e torrenti, argini anti-alluvioni, briglie per regimentazione delle acque, messa in sicurezza di frane, stabilizzazione di versanti a rischio crollo, riattivazione di linee Fs locali interrotte e di ponti e infrastrutture viarie di Anas). In più nel bilancio dello Stato sono utilizzabili e ancora non spesi né impegnati in fase di cantiere 1,6 miliardi di euro stanziati con Delibera Cipe nel 2012 per opere urgenti di fognature e depuratori nelle Regioni del Sud, per interventi da concludere entro il 2015 (la maggior parte tra Sicilia e Calabria). Il numero complessivo degli interventi previsti (da Accordi di programma Stato-Regioni siglati nel 2009-2010 e da richieste successive in seguito ad eventi meteo devastanti) è di 3.395 opere anti-emergenza. A distanza di 4 anni, solo il 3,2% degli interventi (109) risulta concluso, il 19% (631) in corso di esecuzione e il 78% fermi, ostaggi di burocrazia, in fase di progettazione o di affidamento o non ancora finanziati e comunque ancora molto lontano dalla fase di cantiere. Non è il caso dell’Emilia-Romagna che è stata in grado di spendere tutte le risorse assegnate.”

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