M.O., senatori Pd “Per Gaza si guardi l’iniziativa italiana in Libano”

Dai parlamentari

«Otto anni fa, quando scoppiò il conflitto fra Libano e Israele, fu un’iniziativa del Governo italiano ad ottenere il consenso necessario per far cessare i combattimenti e consentire il dispiegamento di una robusta forza di interposizione, a salvaguardia, da un lato, della sicurezza di Israele e dall’altro a supporto dell’esercito libanese, che riuscì a riprendere il controllo del territorio, riducendo gli spazi di manovra delle milizie di Hezbollah. Pur consapevoli delle evidenti differenze fra le due situazioni, ci domandiamo, e domandiamo al nostro Governo, se non si possano creare le condizioni per una iniziativa italiana, europea, internazionale, che affronti l’attuale crisi di Gaza, anche sulla base di quella positiva esperienza» È questa la richiesta avanzata da tutti i senatori del Partito democratico, fra cui anche i modenesi Stefano Vaccari e Maria Cecilia Guerra, consegnata nei giorni scorsi al ministro degli Esteri Federica Mogherini.

“Nell’agosto del 2006, fu un’iniziativa del Governo italiano guidato da Romano Prodi a porre fine ad un altro conflitto che insanguinò il Medio Oriente, quello che opponeva Israele ai miliziani Hezbollah del Libano. Come oggi i villaggi israeliani erano bersaglio di attacchi missilistici e le città del Libano, fino a Beirut, subivano i bombardamenti dell’esercito israeliano. L’iniziativa italiana, sostenuta congiuntamente da Europa e Stati Uniti, ottenne il consenso delle due parti in conflitto e consentì il dispiegamento di una robusta forza di interposizione, da una parte a salvaguardia della sicurezza di Israele e dall’altra a supporto dell’esercito libanese, che riprese il controllo del territorio, riconducendo le milizie di Hezbollah entro limiti accettabili. Una missione unanimemente considerata di successo coordinata tuttora dall’esercito italiano. Ci domandiamo, e domandiamo al nostro Governo, se non si possano creare le condizioni per una iniziativa italiana, europea, internazionale, che affronti la crisi di Gaza, anche sulla base della positiva esperienza di quanto fatto dal nostro Paese in quell’occasione, pur nella realistica considerazione delle evidenti diversità tra le due situazioni. Solo attraverso un forte presidio della comunità internazionale e delle Nazioni Unite a Gaza sembra infatti possibile corrispondere a tutte e due le condizioni, entrambe vitali, che le parti in conflitto pongono per accettare la tregua: consentire la prosecuzione, il completamento e il mantenimento del disarmo della striscia, senza costringere Israele ad una nuova, lunga fase di occupazione; e rendere praticabili le richieste palestinesi di riapertura dei valichi di frontiera. Nelle conclusioni del vertice europeo di giugno, l’Unione europea si è dichiarata pronta a contribuire ad una soluzione della crisi di Gaza che faccia incontrare le richieste di israeliani e palestinesi, anche riattivando la missione europea Eubam a presidio del valico di Rafah. È un appiglio, un punto d’appoggio sul quale fare leva, per provare a smuovere qualcosa.”

(fonte fotografia: www.esteri.it)