Vaccari “I beni confiscati diventino luoghi simbolo della legalità”

Dai parlamentari

«Questa ennesima indagine conferma una volta di più la pervicacia con la quale le mafie riescono a radicarsi nel nostro territorio, trovando purtroppo prestanome e punti di appoggio in cittadini e imprese insospettabili o in alcuni casi già sospettati. Per questo serve proseguire con ancor maggior determinazione e risorse adeguate l’azione di contrasto di questo fenomeno, ma allo stesso tempo è altrettanto necessario costruire una cultura della legalità in grado di “leggere” i segnali di una presenza oramai acclarata, che compromette vari settori produttivi, quando non la stessa economia locale». Il senatore modenese del Pd Stefano Vaccari, componente della Commissione antimafia di Palazzo Madama, si complimenta con forze dell’ordine e magistratura per l’indagine che ieri ha portato al sequestro di 2 milioni di euro di beni riconducibili al boss dei Casalesi Antonio Iovine, fra cui anche una villa a Campazzo di Nonantola. Ecco la sua dichiarazione:

“Vorrei complimentarmi con i carabinieri del nucleo operativo di Caserta e con i magistrati della Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Napoli per l’indagine che ieri ha portato al sequestro di 2 milioni di euro di beni riconducibili al boss dei Casalesi Antonio Iovine, fra cui anche una villa a Campazzo di Nonantola. Questa ennesima indagine conferma, una volta di più, la pervicacia con la quale le mafie riescono a radicarsi nel nostro territorio, trovando, purtroppo, prestanome e punti di appoggio in cittadini e imprese insospettabili, o in alcuni casi già sospettati. Per questo serve proseguire, con ancor maggior determinazione e risorse adeguate, l’azione di contrasto di questo fenomeno, ma allo stesso tempo è altrettanto necessario costruire una cultura della legalità in grado di “leggere” i segnali di una presenza oramai acclarata, che compromette vari settori produttivi, quando non la stessa economia locale. Ora i beni confiscati siano restituiti al territorio, al Comune di Nonantola, ad un uso sociale, culturale ed educativo per divenire luoghi di promozione di una cultura altra rispetto a quella delle mafie.”

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