Dai parlamentari

Anche a Modena si discute del taglio dei fondi destinati alle Camere di commercio e, di conseguenza, della diminuzione delle risorse a disposizione del territorio. Il deputato modenese del Pd Davide Baruffi è tra i firmatari di due emendamenti al decreto legge sulla riforma della Pubblica amministrazione che puntano a spalmare su tre anni il taglio del 50% del diritto annuale dovuto dalle imprese alle Camere di commercio. Secondo il dl 90/2014 il dimezzamento dell’importo dovrebbe scattare, invece, dal 1° gennaio 2015. “Tre anni – spiega l’on. Baruffi, componente della Commissione Lavoro della Camera dei deputati – possono essere un tempo giusto per realizzare un profondo riordino del sistema camerale, accompagnato comunque da risparmi certi a vantaggio delle imprese e senza penalizzazioni per il personale”. Ecco la sua dichiarazione:

“Mi pare inevitabile che nel processo di semplificazione e risparmio tutti i comparti della Pubblica amministrazione facciano la loro parte: cambiare è necessario anche per le Camere di commercio. E tuttavia, credo, sia doveroso porre due paletti. Anzitutto non tutte le Cciaa sono uguali, funzionano nello stesso modo, hanno la stessa efficienza, producono i medesimi risultati. Valorizzare le esperienze virtuose e correggere quel che non va deve essere la premessa di ogni ragionamento. E poi, se non vogliamo che sia solo un taglio “lineare”, occorre accompagnare il risparmio a una reale riorganizzazione del sistema camerale che lo renda più efficiente ed efficace. Per questo non condivido né la posizione di chi vorrebbe lasciare le cose come stanno, né mi convince il “buttar via il bambino con l’acqua sporca” senza tener cioè conto di quanto di positivo le Cciaa svolgono a vantaggio delle imprese e del territorio. Nei giorni scorsi è stato ricordato, ad esempio, quali sono le politiche di sviluppo territoriale che la Camera di Modena svolge: rinunciare semplicemente a tutto questo ci renderebbe più deboli e poveri, non più efficienti. Se risparmiare è necessario (a partire dagli emolumenti degli amministratori e dei dirigenti, come stiamo facendo in ogni comparto della Pa) sarebbe, invece, inaccettabile che i primi a fare le spese di questi tagli fossero i lavoratori. È per questo che, come Commissione Lavoro, abbiamo espresso un’esplicita raccomandazione a tutela delle persone impiegate nella Cciaa: occorre un minimo di gradualità ed è indispensabile che il processo di riforma sia accompagnato, anche in questo caso, da un tavolo di concertazione con le organizzazioni sindacali. Diciamo, quindi, che bisogna cambiare e risparmiare: tre anni possono essere un tempo giusto per realizzare un profondo riordino del sistema camerale, procedendo ad aggregazioni significative e a contestuali riorganizzazioni. Il tutto accompagnato da risparmi certi a vantaggio delle imprese che proponiamo siano così articolati: 30% nel 2015, 40% nel 2016, 50% nel 2017. Un risparmio importante in un tempo breve, ma che può consentire quel cambiamento intelligente che ora ci serve”.

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