Immigrazione, Cigni e Maletti “Stallo tra emergenza ed emozione”

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“Ad ogni nuovo sbarco finito in tragedia, ci commuoviamo per la sorte di tanta gente disperata, il tema agita la politica per poche ore, ma poi si guarda ad altro. Tra le riforme necessarie per un’Italia che deve cambiare verso, c’è anche quella delle politiche per l’immigrazione”: è quanto affermano due persone che, da anni, si occupano di immigrazione come Fausto Cigni, già presidente provinciale della Consulta dell’immigrazione, e Francesca Maletti, attuale presidente del Consiglio comunale di Modena e, per dieci anni, assessore alle politiche sociali e per l’integrazione del Comune di Modena. Ecco la loro dichiarazione:

«All’emergenza non si può rispondere solo con l’emotività. Di fronte all’ennesima tragedia dell’immigrazione, di fronte ai morti contati a decine, di fronte ai continui sbarchi di migranti, non ci si può solo commuovere, polemizzare e, poi, passare oltre. Occorre agire, l’Europa in primis deve adottare politiche in grado di fermare alla radice un esodo che altrimenti sarà inarrestabile. I fuochi della rivolta continuano ad ardere nell’area a sud del Mediterraneo, dalla Libia alla Siria, dall’Iraq all’Egitto. Di fronte a questo l’Europa non può limitarsi a un balbettio diplomatico e non si possono continuare ad applicare accordi, come quello di Dublino 2, firmato da governi di centro-destra, preoccupati solo di tentare di blindare le frontiere, senza affrontare mai il problema. Ad ogni nuovo sbarco finito in tragedia, ci commuoviamo per la sorte di tanta gente disperata, il tema agita la politica per poche ore, ma poi si guarda ad altro. Tra le riforme necessarie per un’Italia che deve cambiare verso, c’è anche quella delle politiche per l’immigrazione. A maggior ragione, da oggi, quando l’Italia torna alla guida del semestre europeo. Il problema è complesso, non può riguardare solo il nostro Paese. I più agitano le paure di una comunità che si sente già sfiancata dalla crisi e dalla mancanza di occupazione e questi nuovi disperati vengono dipinti come coloro che vogliono rubarci il lavoro e spartirsi quel po’ di welfare che siamo riusciti a mantenere. L’unica voce autorevole che si è levata è quella di Papa Francesco. Come può una terra come la nostra, che ha lottato per i diritti e crede nella solidarietà, rimanere insensibile. In questo territorio si praticano, da lungo tempo, politiche volte all’integrazione con buoni risultati di convivenza. E’ da oltre dieci anni che si portano avanti reali attività di accoglienza e sostegno a rifugiati e profughi attraverso il progetto Sprar, che si è dimostrato essere un modello corretto ed efficace di accoglienza. E’ anche da qui, quindi, che deve arrivare un segnale deciso. Non ci possiamo limitare alla gestione dell’emergenza, dobbiamo mettere mano, insieme all’Europa, a una nuova politica dell’immigrazione. I nostri eletti, a tutti i livelli istituzionali, devono farsi carico di questo tema e chiedere, con forza, che si intervenga con tempestività e lungimiranza».