Ospedali giudiziari, Patriarca “Chiuderli è un dovere di civiltà”

Dai parlamentari

Il deputato modenese del Pd Edoardo Patriarca è il relatore, alla Camera, del provvedimento che punta al superamento degli ospedali giudiziari. Argomento difficile e delicato da trattare, soprattutto in campagna elettorale, ma che è un dovere per la politica affrontare: “Stiamo parlando di uomini e donne malati, che hanno commesso reati – ha ricordato ai colleghi deputati Edoardo Patriarca – ma che non per questo possono essere abbandonati a se stessi. Occorre dare loro la possibilità di espiare la colpa nei termini previsti dalla nostra Carta: persone colpevoli, quindi, ma pur sempre persone”.

In Italia sono ancora attivi sei ospedali giudiziari che ospitano all’incirca 900 reclusi, la maggioranza dei quali non ha alcuna altra prospettiva, nonostante magari la pena da scontare sia già abbondantemente esaurita. “Il superamento degli Opg è un impegno inderogabile per un Paese che si dichiara civile, democratico e rispettoso della Carta costituzionale, una carta che mette al centro le persone e la loro dignità. Gli Opg, al contrario, sono luoghi indegni”: lo ha ribadito, in mattinata, il parlamentare modenese del Pd Edoardo Patriarca, relatore del provvedimento sul superamento degli ospedali giudiziari in discussione alla Camera. L’argomento della salute mentale è sempre stato difficile da trattare, soprattutto in periodo di campagna elettorale, perché agita paure e diffidenze. “Stiamo parlando di uomini e donne malati, che hanno commesso reati – ha aggiunto Patriarca – ma che non per questo possono essere abbandonati a se stessi. Occorre dare loro la possibilità di espiare la colpa nei termini previsti dalla nostra Carta: persone colpevoli, quindi, ma pur sempre persone”. Nel provvedimento già licenziato dal Senato e ora all’esame della Camera si prevede quella che dovrebbe essere l’ultima proroga di un anno in modo che si arrivi in maniera certa e sicura alla chiusura degli ospedali giudiziari, senza per questo ricrearne altre tipologie di più piccole dimensioni. “Possiamo dire che il testo approdato alla Camera – ha spiegato Patriarca ai colleghi deputati – costringe – mi si passi questo termine- il nostro sistema sanitario a prendersi cura in modo personalizzato degli “ultimi degli ultimi”, oggi privati non solo della libertà, ma anche di una qualsiasi prospettiva di futuro, di riabilitazione. Il testo tra l’altro evita che la realizzazione delle REMS (Residente per l’esecuzione delle misure di sicurezza) si trasformino in piccoli OPG. Un percorso che inizia nei luoghi di detenzione, prosegue nelle REMS e poi nelle strutture sanitarie di salute mentale o delle ASL. Va dunque nella direzione giusta il rafforzamento dei Dipartimenti di salute mentale al fine di cercare le condizioni ottimali per l’accoglienza dei dismissibili, con una efficacia presa in carico da parte dei servizi di salute presenti sul territorio, al fine di ottenere la realizzazione di un percorso che tenda al recupero della persona e laddove possibile al reinserimento sociale”.