Università, on. Ghizzoni “No tax area fino a 20mila euro”

Dai parlamentari

L’Italia è fanalino di coda in Europa per il basso numero di laureati: tra le ragioni di un fenomeno che ostacola la crescita del paese anche una tassazione studentesca tra le più onerose nell’interno continente. Il Pd depositerà lunedì prossimo una proposta di legge che punta a rivedere la tassazione universitaria frutto anche dell’approfondita discussione avvenuta, in questi mesi, in Commissione Istruzione alla Camera dei deputati: “Questo tempo, caratterizzato dalla crisi economica e da nuovi bisogni sociali – spiega deputata Pd Manuela Ghizzoni, vicepresidente della stessa Commissione Istruzione – richiede alla politica grandi responsabilità e capacità di innovare”.

Sarà depositata il prossimo lunedì la proposta di legge del Partito democratico che punta a rivedere la tassazione universitaria per renderla equa, progressiva e graduale. No tax area fino a 20.000 euro di ISEE, assegnazione agli atenei statali di una quota aggiuntiva di finanziamento in proporzione al numero degli studenti esenti, importo medio regionalizzato della contribuzione studentesca non superiore ai 900 euro: sono i tre punti chiave della proposta grazie alla quale una platea ampia di studenti potrà accedere agli studi gratuitamente o con costi realmente commisurati alle proprie capacità economiche, senza però che i bilanci degli atenei entrino in sofferenza. “Ecco perché – sottolinea Manuela Ghizzoni, deputata Pd e vicepresidente della Commissione Istruzione della Camera – riteniamo la nostra proposta in grado di garantire agli studenti italiani un sistema di accesso all’università finalmente equo e attrattivo. La sua approvazione consentirebbe peraltro di cominciare a rimuovere uno dei principali ostacoli alla crescita del Paese: il basso numero di laureati. Siamo fanalino di coda in Europa, e di certo tra le molte ragioni di tale insuccesso ci sono un debole diritto allo studio ed una tassazione studentesca tra le più onerose d’Europa”. La proposta del Pd nasce a valle di uno studio attento dei costi che attualmente ricadono sugli studenti, regione per regione, così come dei bilanci degli atenei e dei finanziamenti statali. E’ anche frutto della proficua discussione che da mesi, sull’argomento, si sta svolgendo in Commissione Istruzione della Camera. “Questo tempo, caratterizzato dalla crisi economica e da nuovi bisogni sociali, richiede alla politica grandi responsabilità e capacità di innovare – continua Ghizzoni – ecco perché riteniamo che la proposta del M5S sia inadeguata e parziale: prevedendo l’abrogazione di una norma introdotta con la Spending review si limita a ritornare allo status quo ante. Paradossale, ma forse non tanto, per chi a parole si professa antisistema mentre in pratica non è in grado di incidere in modo realmente innovativo. E’ apprezzabile, invece, che il Governo si sia già reso concretamente disponibile ad intraprendere un percorso condiviso con il Parlamento per rendere la tassazione studentesca un elemento attrattivo e non respingente per l’accesso all’università. L’aumento di 150 milioni del Fondo di finanziamento statale e di altrettanti del fondo per le borse di studio sono le giuste premesse che ci fanno essere ottimisti sui futuri investimenti necessari a dare gambe alle novità previste dalla proposta e quindi ai talenti dei nostri giovani”, conclude Ghizzoni.

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