Alluvione, Lucia Bursi “Tanto da fare, no allo sciacallaggio politico”

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“Dal Governo è arrivata una prima, rapida risposta con la proroga del pagamento delle tasse per sei mesi, ma non è certo sufficiente. Si deve continuare a lavorare per ottenere la dichiarazione dello stato di emergenza, gli ammortizzatori sociali e gli indennizzi dei danni subiti”: il segretario provinciale del Pd Lucia Bursi interviene sulle necessità dei territori colpiti dall’alluvione chiusa la fase della stretta emergenza e sottolinea il lavoro corale e l’impegno, in primis quello dei sindaci, che stanno consentendo l’avvio del ritorno alla normalità “A poco più di una settimana dall’esondazione del Secchia – conferma Lucia Bursi – le comunità colpite cominciano a riorganizzarsi, come l’apertura delle prime scuole dimostra. Questo è il momento di lavorare insieme, non della strumentalizzazione politica”. Ecco la dichiarazione di Lucia Bursi:

«La fase della primissima emergenza si può dire ormai superata, grazie anche al fondamentale lavoro corale delle amministrazioni, delle forze dell’ordine, del sistema della Protezione civile, dei volontari e dei cittadini. L’acqua sta defluendo e i territori, già colpiti dal sisma del 2012, cominciano la conta dei pesanti danni dell’alluvione. Dal Governo, incalzato dal presidente della Regione Errani e dai nostri parlamentari, è arrivata una prima, rapida risposta con la proroga del pagamento delle tasse per sei mesi, ma non è certo sufficiente. Si deve continuare a lavorare per ottenere nuove risposte alle richieste pressanti che arrivano dai territori alluvionati. Dopo la proroga delle tasse, occorrono la dichiarazione dello stato d’emergenza chiesto dalla Regione, l’adozione di ammortizzatori sociali per le persone che non hanno più un posto di lavoro, gli indennizzi dei danni subiti dalle famiglie e dalle imprese. Le risposte da Roma devono arrivare in tempi rapidi: sul territorio, come dimostra l’impegno organizzativo della lunga settimana che abbiamo alle spalle, non si sta semplicemente in attesa, ma ci si dà da fare. Ancora una volta, a così poca distanza dal terremoto, i primi cittadini sono stati chiamati a gestire una drammatica emergenza e ora la fase della riorganizzazione. E i risultati si vedono. Dove possibile le scuole sono già state riaperte, si stanno liberando le strade dai rifiuti ingombranti, si lava e pulisce il fango. In tempi rapidi dovranno anche essere chiarite le responsabilità di quanto è successo, ma in questo momento non facciamo sciacallaggio politico. A nessuno, credo, convenga la strumentalizzazione politica su questi temi. Invece, proprio la peculiarità di questo dramma, l’alluvione che danneggia territori già colpiti dal sisma, deve spingerci a lavorare insieme, a mettere in campo azioni unitarie e coordinate, per ottenere quelle risposte che i territori colpiti meritano».

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