Nomine in enti terzi, Pd “Partecipazione più ampia e trasparente”

Modena, slider

Un vero e proprio vademecum per rendere davvero aperte, trasparenti e “rendicontate” le nomine effettuate dai Comuni negli enti controllati e partecipati: è quanto contenuto in un ordine del giorno, che diventerà una delibera, presentato e approvato dal Consiglio comunale di Modena con i voti di Pd e Sel. “Il Consiglio comunale – spiegano i consiglieri Pd Morini, Urbelli e Trande – aveva, da tempo, delineato requisiti soggettivi e procedure di pubblicità degli incarichi. Ora, però, è il momento di andare oltre, di “aprire” davvero questo tipo di nomine” guardando soprattutto agli “under 40”. Nel documento si esplicitano, tra le altre cose, il limite di due mandati, il divieto di cumulo di incarichi, il tetto massimo degli emolumenti, la valorizzazione delle esperienze acquisite e degli studi effettuati, nonché l’adeguata pubblicità e controllabilità delle motivazioni delle scelte effettuate.

Uso estensivo del web per far conoscere in maniera ampia compiti e caratteristiche dell’incarico, procedure snelle e facilitate per chi vuole candidarsi andando oltre i tradizionali canali (consiglieri comunali, Ordini professionali, Università), scelte che valorizzino le esperienze acquisite e gli studi effettuati, attenzione all’equilibrio di genere, divieto di cumulo tra incarichi: quello approvato in Consiglio comunale a Modena, con i voti di Pd e Sel, è un vero e proprio vademecum per rendere il più possibile “aperte”, trasparenti e “rendicontate” le nomine dei rappresentanti del Comune negli enti controllati e partecipati. Com’è noto, la legge assegna al sindaco il compito di provvedere a questo tipo di nomine, mentre spetta al Consiglio comunale definirne gli indirizzi da seguire. “Già nel ’95 – spiegano i consiglieri Pd Giulia Morini, Giuliana Urbelli e Paolo Trande – il Consiglio comunale aveva delineato i requisiti soggettivi necessari alla candidatura, tra cui l’assoluta probità e la comprovata esperienza tecnica e/o amministrativa. Era stato anche stabilito di esplicitare alcuni aspetti dell’incarico con un avviso pubblico via web. Ora, però, è il momento di andare oltre, occorre “aprire” davvero le nomine dei rappresentanti del Comune in enti terzi a una partecipazione più ampia e trasparente”. Con le proposte avanzate, si rimuovono le barriere che impedivano soprattutto ai giovani under 40 senza “agganci” di proporsi, si rende trasparente ogni singolo passo delle procedure e si interviene su molti altri aspetti delle nomine, in passato, oggetto di polemica a livello nazionale e locale. In particolare si stabilisce di introdurre forme di divieto di cumulo tra incarichi, si limitano il numero di mandati e si individua un tetto massimo all’emolumento eventualmente previsto per l’incarico, che in ogni caso non può superare l’indennità lorda del sindaco di Modena”. “Il merito delle scelte effettuate dall’Amministrazione, poi – continuano a chiarire i consiglieri Morini, Urbelli e Trande – dovrà essere controllabile da chiunque: è per questo che chiediamo che venga garantita adeguata pubblicità anche all’esito della procedura con la pubblicazione sul web degli atti di nomina, comprensivi della motivazione, dei curriculum, della situazione reddituale e patrimoniale di coloro che sono stati giudicati idonei a ricoprire l’incarico”. Anche nel prosieguo della loro attività, coloro che ricoprono questi incarichi saranno tenuti a mantenere aperto il canale di comunicazione: non solo, infatti, dovranno pubblicare in via preliminare le linee guida che orienteranno la loro azione, ma periodicamente dovranno anche stilare e pubblicare rendiconti che consentano una valutazione dell’attività da loro effettivamente svolta. “Rendere i percorsi trasparenti – conferma Giuliana Urbelli – significa esporre chiaramente ai cittadini le finalità di un incarico, le conoscenze e le competenze richieste per svolgerlo al meglio al servizio dell’interesso pubblico. Tutto ciò aumenterà enormemente le possibilità che il merito trovi la sua necessaria valorizzazione”. “Probabilmente quanto approvato non risolverà il problema della necessaria netta separazione tra politica e istituzioni – aggiunge Paolo Trande – ma è un significativo passo in avanti nel senso della apertura, della trasparenza e rendicontazione (accountability) sul fronte delle nomine. Non meno rilevante è l’avere posto un limite agli emolumenti percepibili dai nominati che in alcuni casi appaiono non proporzionati rispetto all’impegno e alle responsabilità richieste”. “Con la approvazione di questi indirizzi e con la successiva delibera – conclude Giulia Morini – abbattiamo tutte le barriere che impedivano, soprattutto ai più giovani, di proporsi direttamente e senza tramiti (“cucci”) per un qualsiasi incarico. Aumenteranno le opportunità per tutti”.