Baruffi ai sindacati “Cambiamenti per rafforzare elementi equità”

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La direzione presa è quella giusta, ma le richieste che sono alla base dello sciopero indetto per domani da Cgil, Cisl e Uil meritano risposte già nell’approvazione della legge di bilancio: il deputato modenese del Pd Davide Baruffi, componente della Commissione Lavoro della Camera, domani non sarà in piazza con chi manifesta, ma assicura l’impegno del Pd per dare una risposta concreta alle esigenze dei lavoratori. Ecco la sua dichiarazione:

«Domani molti lavoratori sciopereranno sotto le insegne dei sindacati confederali. In questi anni ho partecipato alle manifestazioni e alle agitazioni dei lavoratori, ritenendo che in questa crisi siano la categoria – insieme ai disoccupati più o meno giovani – che ha pagato il prezzo più alto. Domani non ci sarò: non certo perché io abbia cambiato idea o mi senta lontano dalla piattaforma presentata da Cgil, Cisl e Uil, ma perché il mio ruolo, oggi più di ieri, mi impone di ascoltare e rispondere con fatti, più che manifestare. Il sindacato e le imprese chiedono di più al Governo e alla legge di stabilità. A fronte dei bisogni reali temo che ogni risposta risulterebbe purtroppo insufficiente, perché non c’è finanziaria che possa ristorare di colpo tutti i sacrifici fatti in questi anni e ridare una crescita occupazionale adeguata. Non di meno il sindacato pone questioni che meritano attenzione e risposte già nell’approvazione parlamentare della legge di bilancio: diciamo pure cambiamenti per rafforzare gli elementi di equità che pure ci sono ma ancora non bastano. Le risorse sono il vero problema, naturalmente, e bisogna indicare con chiarezza dove si prendono per darle a chi. A partire dalla spesa, dai tagli agli sprechi e alle inefficienze, a beneficio dei servizi ai cittadini. Per il primo anno non ci saranno i tagli lineari né quelli alla spesa sociale che hanno caratterizzato le ultime manovre. Abbiamo salvaguardato la sanità e rilanciato su scuola e cultura, a partire dai due recenti decreti convertiti: non è una novità di poco conto. Per farlo taglieremo la spesa intermedia, soprattutto quella ministeriale, preservando viceversa i Comuni: anche questa è una buona notizia. La “spending review” proseguirà, come la definizione di costi standard e fabbisogni, nonché il disboscamento della giungla istituzionale e societaria. Gli effetti saranno più visibili dal 2015 in poi ma la strada è quella giusta. Anche sul fronte delle entrate si può migliorare. La manovra restituisce un po’ a imprese e lavoratori, chiedendo un sacrificio in più alla rendita finanziaria: noi crediamo che si possa fare un altro passo avanti in entrambe le direzioni per avere buste paga più pesanti, anzitutto per i redditi più bassi. Al tempo stesso bisogna assicurare che la nuova tassazione locale per le famiglie sia più contenuta dell’Imu e soprattutto più equa. Il nostro impegno deve essere quello di sostenere la crescita nel 2014, aiutando non solo i consumi a ripartire, ma le imprese ad investire: ecco perché si accelereranno i pagamenti alle imprese, si sbloccherà, almeno in parte, il Patto di stabilità per i Comuni e si daranno nuove garanzie per le imprese che debbono accedere al credito per investire. Ma sappiamo bene che la ripresa occupazionale arriverà più tardi: ecco perché nel 2013 abbiamo rifinanziato per due volte la cassa integrazione in deroga e anche nel 2014 quelle risorse saranno essenziali. Infine vorremmo introdurre altri elementi di equità per sostenere i redditi, a partire da quelli più bassi. Alcuni miglioramenti potranno essere immediati: penso alla rivalutazione delle pensioni, dove faremo senz’altro un passo avanti rispetto alla proposta del Governo. Altre sono molto costose, a partire dallo sblocco dei contratti per i dipendenti pubblici e del turn over, ma non per questo possono essere eluse nel triennio. In questi mesi abbiamo prorogato i contratti dei precari della Pubblica amministrazione, rendendone possibile anche una prima stabilizzazione, ma so bene che occorrerà fare di più. Soprattutto se vogliamo davvero che la Pubblica amministrazione diventi più moderna ed efficiente. Occorrerà aprire una nuova stagione di contratti. Ancora una volta equità e crescita si tengono».

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