Trande “Con la demagogia non si va da nessuna parte”

Modena

“Gli incarichi del Comune sono tutti di evidenza pubblica, sono riferiti ad attività specifiche e di pubblica utilità, spesso realizzano risparmi e comunque si tratta sempre di lavoro che produce reddito e dignità”: il capogruppo Pd in Consiglio comunale a Modena Paolo Trande risponde ai consiglieri Ghelfi e Rossi in tema consulenze. Ecco la sua dichiarazione:

I “dichiarazionisti torrenziali” Ghelfi e Nicola Rossi, con periodicità sospetta che immaginiamo tenderà ad intensificarsi in vista delle elezioni amministrative, accusano il Comune di Modena di sprechi sulle cosiddette “consulenze”. Forse è il caso di dire le cose come stanno realmente. Con santa pazienza e per l’ennesima volta proviamo a farlo partendo dagli effetti dei tagli dei Governi di questi anni:

  • circa 30 mln di tagli di spesa corrente
  • tagli del personale (circa 200 unità in meno alla fine della legislatura)
  • diminuzione delle spese per incarichi, collaborazioni e studi/consulenze dai 2,5 milioni a 1,9 mln, con le consulenze (parola magica che fa guadagnare sicuro, effimero, spazio mediatico) a 22.000 € come prescritto dalla Finanziaria del 2010.

Il mondo degli incarichi del Comune di Modena, soprattutto oggi, è per lo più un mondo fatto di giovani che si inventano un lavoro dando un senso alle proprie giornate, un aiuto concreto alle proprie famiglie, spesso un sostegno a chi è in difficoltà e comunque sempre un contributo alla comunità modenese. Sono ragazzi, diplomati e laureati, che fanno le guide e tengono vivi i luoghi frequentati dai modenesi e dai turisti, che “leggendo favole” aiutano i bambini dislessici o che insegnano musica, inglese e attività motorie nelle nostre scuole, che assistono anziani e disabili nelle nostre strutture. Il loro è quindi un lavoro utile, che serve alla città e che fa risparmiare, “purtroppo”, visto che per lo più tutto ciò passa un riconoscimento non adeguato della loro professionalità e per la precarietà. Lavori importanti, che in un paese normale dovrebbe essere per lo più stabile e non affidato a incarichi precari di pochi mesi o, addirittura, saltuari e occasionali. Oggi, però, il bilancio dello Stato, la situazione degli Enti locali, le rigide norme sul personale ed anche una certa propensione a considerare sbagliato o superfluo tutto ciò che è pubblico (salvo poi invocarlo o pretenderlo quando viene a mancare) rendono la condizione precaria non l’eccezione, come dovrebbe essere, ma la regola. Se però tale condizione è oggi difficilmente modificabile, anche se forse dovremmo tutti impegnarci di più per diminuire precarietà e scarso riconoscimento economico, non è invece accettabile che quei ragazzi e quelle persone, e anche chi li fa lavorare (in questo caso il Comune di Modena) vengano annoverati tra quanti spendono e spandono senza criterio, elargisco agli amici o addirittura sottraggono risorse ad altri. Gli incarichi del Comune sono tutti di evidenza pubblica, sono riferiti ad attività specifiche e di pubblica utilità, spesso realizzano risparmi e comunque si tratta sempre di lavoro che produce reddito e dignità. Se il cittadino comune può anche non sapere queste cose o anche solo non avere la visione complessiva della situazione, lo stesso non si può dire di chi svolge ruoli istituzionali. Non sorprende, dunque, che in questa materia il consigliere provinciale Luca Guelfi e il consigliere comunale Nicola Rossi si lancino in un attacco gratuito al Comune di Modena. Sorprende, invece, ancora una volta, la banalizzazione dei problemi ed il pressapochismo delle valutazioni, parlando a casaccio di “malcostume” e di spese superflue, dimostrando ancora una volta di anteporre la polemica politica all’interesse generale dei cittadini che a Modena chiedono servizi funzionanti e di qualità.