Bursi e Schena rispondono alle domande dei circoli

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Intervista doppia a Lucia Bursi e Giuseppe Schena su La Nuova Prima Pagina oggi in edicola. 

SEGRETERIA PROVINCIALE PD I due candidati replicano ai circoli della Cintura.
Bursi: «Gli iscritti devono contare di più» Schena: «Puntare sui segretari di zona»

Dalla pianificazione territoriale alle politiche per i rifiuti, dall’organizzazione del partito al futuro della sanità modenese: sono i temi al centro del confronto tra Lucia Bursi e Giuseppe Schena, i due candidati alla segreteria provinciale del Pd, che rispondono così alle domande poste dai circoli Pd della Cintura. Di seguito riportiamo le risposte dei due candidati. Risposte da cui emergono le differenze tra i due candidati, che partono già dal modo in cui Bursi e Schena hanno deciso di rispondere alle domande: comunicato con risposte scritte e articolate per il sindaco di Maranello, intervista telefonica con risposte ‘a braccio’ e più concise per il primo cittadino di Soliera.

1) Area vasta
Bursi– «Le unioni sono strategiche per il futuro dei servizi, per attuare sinergie economiche e mantenere alto il livello delle competenze necessario alla progettualità degli stessi. In questo quadro, l’ Area vasta metropolitana rappresenta sicuramente un’ idea innovativa rispetto alla quale occorre procedere velocemente».
Schena – «Si tratta di un progetto coerente con le necessità di oggi e indispensabile nella visione di una provincia che si rilancia partendo dal ‘protagonismo’ di Modena».

2) Sanità
Bursi: «Il nuovo Pal, approvato dopo un confronto ampio con la società modenese, propone punti chiari anche per questo territorio. Una discussione anche accesa ha prodotto una volontà fortemente determinata nel valorizzare la presenza di un presidio ospedaliero come quello di Castelfranco , specializzandone l’ offerta all’interno della rete e indicando la prospettiva delle Case della salute per i servizi di territorio».
Schena: «Va portato avanti il progetto disegnato con il Pal, puntando al potenziamento dei servizi territoriali, dalle Case della salute ai presidi di prima emergenza, che vanno ridisegnati. Si tratta di cose da fare prima di pensare all’organizzazione ospedaliera. Per quanto riguarda Carpi e l’ Area nord, sono dell’ idea che si debba arrivare ad avere un solo ospedale che ‘copra’ 200mila persone, a condizione che i presidi vengano rafforzati. L’ospedale di Castelfranco, invece, può diventare una sorta di ‘appendice’ del Policlinico, mantenendo la diagnostica e il primo soccorso e lavorando in stretta connessione con l’ ospedale modenese».

3) Multiutility
Bursi – «E’ giusto premettere che queste società sono strumenti che ad oggi hanno garantito servizi, certo migliorabili, ma sicuramente di un buon livello non riscontrabile ovunque. In questi anni si è lavorato per incidere positivamente sulla semplificazione e sul rafforzamento del livello di controllo pubblico verso i soggetti gestori dei servizi pubblici economici. Credo che i processi di aggregazione dei gestori non debbano essere forzosi ma rispettosi della storia, delle esperienze e delle competenze finora accumulate nelle varie aree della provincia da società in house odi capitale. Serve un controllo più efficace della struttura tecnica da parte dei soci pubblici rispetto agli obiettivi e alla ‘mission’».
Schena: «Bisogna porre rimedio alle incapacità che abbiamo avuto dieci anni fa, quando avremmo potuto fare scelte in direzione dell’ unificazione del territorio. E dobbiamo ricordarci che la giuda e il controllo, in questo settore, devono essere in mano alla politica: le multiutility vengono dopo».

4) Gestione dei rifiuti
Bursi: «E’ prioritario lavorare per ridurre la quantità di rifiuti prodotti sia attraverso esperienze locali, come le case dell’ acqua, sia a livello nazionale, attraverso normative più moderne ed efficaci. Relativamente al Piano dei rifiuti da promuovere in Regione, penso che il ‘caso Modena’ possa fare scuola. Il percorso svolto dalla Provincia con i Comuni per aggiornare il precedente piano provinciale è ancora una base di riferimento avanzata che la Regione non può trascurare nella definizione del proprio piano. Lo dico soprattutto alla luce dei risultati raggiunti e degli obiettivi indicati, pienamente coerenti con le direttive europee».
Schena: «Sogno un mondo in cui io stesso e i miei figli possano vivere senza discarica e inceneritori: oggi non è certamente possibile, ma per raggiungere questo obiettivo in tempi ragionevolmente brevi bisogna lavorare subito per la riduzione dei rifiuti e l’ aumento della differenziata».

5) Modello di sviluppo
Bursi: «La ricostruzione è la priorità. Poi, per fronteggiare uno scenario radicalmente mutato, non bastano risposte settoriali, pure necessarie e urgenti: serve un progetto politico deciso, in grado di incarnare una nuova idea di sviluppo basato sulla sostenibilità, sull’ innovazione e sulla valorizzazione dei talenti di cui è ricco il nostro territorio».
Schena: «Bisogna prendere coscienza che il modello attuale è bloccato: detto questo, il rilancio passa dal manifatturiero di qualità e da un forte investimento nel settore del turismo e delle attività culturali. In questo senso, anche Modena può guardare all’ E uropa, dove ci sono esempi di riconversione industriale che possono essere seguiti».

6) Organizzazione del partito
Bursi: «C’ è bisogno di un nuovo gruppo dirigente al quale affidare il compito di attuare una elaborazione inclusiva delle diverse culture, evitando attriti ed immobilismo. L’ aspetto organizzativo del partito è importante perché è fondamentale per poter ampliare la capacità di risposta. Credo sia utile poter contare su un rafforzamento delle zone inaugurando meccanismi di più stretta relazione col livello provinciale. Ma a parte questo, è necessario valorizzare la capacità d’ incidere degli iscritti».
Schena: «Voglio un partito ‘territoriale’, che si basi proprio sui territori per la capacità di agire. Il che significa puntare sui segretari di zona, da eleggere e non più da nominare, come punto di riferimento nel rapporto tra circoli e segreteria».

7) Feste
Bursi: «Le nostre feste sono un patrimonio incredibile dal punto di vista del confronto politico, della crescita culturale e dell’ aggregazione. E perché no, anche dal punto di vista enogastronomico. Mi piacerebbe però che fosse valorizzato maggiormente il lavoro dei volontari ed anche la base culturale e motivazionale di questo lavoro».
Schena: «Apprezzo molto il modello messo in atto dalla Cintura, con Bosco Albergati come punto di riferimento. Le feste devono essere sempre più luoghi di aggregazione, introducendo un bilancio sociale oltre a quello economico».

8) Modello federalista
Bursi: «Non basta enunciare il problema come in molti hanno fatto in questi anni. Servono atti concreti e coerenti, uno dei quali è una cessione di sovranità da parte degli organismi dirigenti nazionali a quelli regionali e provinciali. Una delle ipotesi da mettere in campo riguarda la composizione degli organismi da effettuare in modo proporzionale per numero di iscritti ed elettori».
Schena:  «Bisogna alleggerire la segreteria centrale e ridurre le spese, affrontando anche la situazione dei dipendenti del partito e puntando di più sul contributo volontario delle persone».

Guarda anche il video dell’intervista doppia ai due candidati.