On. Pini “La legge, uno strumento contro i reati a sfondo omofobo”

Dai parlamentari

La deputata modenese del Pd Giuditta Pini, insieme a un gruppo di parlamentari Pd tra cui il segretario nazionale dei Gd Fausto Raciti, ribadisce l’importanza di estendere l’applicazione della Legge Mancino anche ai reati a sfondo omofobo e transofobo e condanna le polemiche innescatesi alla Camera nel momento della discussione della proposta di legge presentata dal Pd. “Chi vuole approfittare della discussione per azzoppare la legge Mancino – afferma l’on. Pini – abbia il coraggio di alzarsi in piedi e parlare davanti a tutti. Solo così potremo finalmente sapere chi non vuole una legge a tutela delle differenze etniche, religiose e sessuali. E allora, forse, parleremo veramente del merito”. Ecco la nota comune dei parlamentari Giuditta Pini, Fausto Raciti, Valentina Paris, Chiara Gribaudo,  Liliana Ventricelli, Miriam Cominelli e Laura Coccia:

«Quello che sta succedendo in Aula in merito alla proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia ci lascia senza parole. La legge è di iniziativa del Pd e vuole semplicemente dare uno strumento in più ai giudici e alle vittime di reati a sfondo omofobo o transfobo per difendersi e combattere anche con mezzi legali la violenza sempre più diffusa che colpisce la comunità LGBT. Si tratta in pratica di aggiungere due parole alla legge Mancino. Due semplici parole: la legge si applica anche ai reati a sfondo omofobo e transofobo. Non ci sono discussioni che tengano. Non ci possono essere giustificazioni.
Il credo religioso non c’entra nulla e nemmeno la sensibilità. Davanti al volto tumefatto di un persona la cui unica colpa è avere un orientamento sessuale “diverso” non si può patteggiare. Abbiamo cercato una convergenza con tutti, sperando che si potesse arrivare all’unanimità, e l’accordo era stato trovato. Ma evidentemente la mediazione è fallita. Allora basta. Chi vuole approfittare della discussione per azzoppare la legge Mancino abbia il coraggio di alzarsi in piedi e parlare davanti a tutti. Solo così potremo finalmente sapere chi non vuole una legge a tutela delle differenze etniche, religiose e sessuali. E allora, forse, parleremo veramente del merito».

(fonte fotografia: pdmodena)