Due partite decisive. Per noi e per l’Europa

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Nell’arco di un anno si giocheranno in Europa due importanti partite.

La prima riguarderà l’approvazione della programmazione europea 2014-2020, una partita che deciderà come destinare i quasi mille miliardi che compongono il bilancio europeo dei prossimi sette anni. Dopo mesi di negoziazioni, il 27 giugno u.s. il Parlamento, il Consiglio e la Commissione europea hanno finalmente raggiunto un accordo politico sul budget europeo della cosiddetta Europa 2020. Diverse sono le novità introdotte dal nuovo bilancio tra cui le più importanti riguardano la flessibilità sull’uso dei fondi non utilizzati e quella relativa agli stanziamenti d’impegno. Si tratta di importanti novità che consentiranno di facilitare il finanziamento delle politiche europee relative alla ricerca, al welfare, all’occupazione giovanile, alle imprese e ai cittadini. Sono importanti novità che aprono alla possibilità di sostenere le migliori progettualità del nostro territorio e che rendono l’autunno più europeo del solito imponendo a chi lo desidera di attrezzarsi al meglio per utilizzare le risorse europee.

Ma c’è una seconda partita, più politica, che si giocherà in Europa nel prossimo anno e che riguarda le elezioni del Parlamento europeo, già fissate per il 22-25 maggio 2014 e quindi anticipate dal Consiglio europeo di qualche settimana rispetto alla data originaria. Saranno, le prossime, elezioni decisive per l’Europa e, quindi, per gli Stati Membri dell’Unione europea. Il nuovo Parlamento, infatti, dovrà fare i conti con questioni delicatissime quali la (auspicata) ripresa economica, il diffondersi del problema della povertà in Europa, la necessità di scoprire nuove vie d’innovazione, la volontà di contribuire ad elevare ulteriormente il livello mondiale di sicurezza e di pace. Per fare tutto questo, serve un Parlamento autorevole e rappresentativo, ed è per questo che le prossime elezioni vedranno verosimilmente alcune importanti novità tra cui:

– l’indicazione da parte delle diverse alleanze politiche europee di un candidato alla Presidenza della Commissione europea (oggi scelto nelle segrete stanze);
– l’indicazione delle propria famiglia europea di appartenenza da parte di ogni candidato al Parlamento (oggi tenuta segretamente nascosta);
– l’individuazione dei futuri Commissari europei tra le persone elette all’interno del Parlamento europeo e quindi forti del suffragio popolare (oggi i Commissari sono invece scelti in base a strani accordi di partito).

Insomma, qualche strumento in più e più democratico per partecipare concretamente alla costruzione dell’Europa del futuro inizia ad esserci. È ovvio che il problema di fondo rimane il processo di selezione dei candidati al Parlamento europeo, e qui l’auspicio è che il Pd riesca a progettare modalità selettive atte a individuare le persone più adatte a svolgere quel compito europeo ben identificato dal Vicepresidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella: “ Voglio un partito che si batta per cambiare questa Ue, non mi sta bene l’Europa del patto di stabilità, voglio gli Stati uniti d’Europa”.

(photo credit: mortimer via photopin cc)